La quinta generazione di Opel Corsa

Opel, quinta Corsa: nuova generazione
di una delle compatte di maggior successo

di Giorgio Ursicino
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RUSSELSHEIM - Una nuova Opel. La nuova Opel. La casa tedesca svela la quinta generazione della Corsa, un’arma fondamentale per l’ambizioso programma di espansione. Quasi una rinascita. Dopo anni di esitazioni l’antico brand (nacque nel 1862 e produce automobili dalla fine dell’Ottocento) riparte con determinazione, deciso ha mettere a frutto il plus della tecnologia made in Germany.

La storia è ancora cronaca e la conoscono tutti: il gigante General Motors, che controlla l’azienda di Russelsheim dal 1929, ha recentemente attraversato un periodo non facile come tutte le altre corporation automotive americane culminato con il passaggio fallimentare. Quando gli affari vanno male anche le cose migliori vengono messe in discussione e la Opel è stata “rimodellata” per poter essere addirittura venduta. Superata la fase critica è proseguito l’approccio cauto che non ha consentito di esprimere a pieno la forza tecnologica e ha penalizzato i risultati commerciali.

Da una parte l’accordo con PSA rivisto più volte; dall’altra la non facile convivenza con Chevrolet, il marchio globale di GM. I francesi in difficoltà si sono “fidanzati” con i cinesi di Dongfeng allentando i legami con Opel, mentre a Detroit hanno deciso che Chevrolet dovesse lasciare l’Europa. Così le ambizioni e l’immagine del gigante Usa nel vecchio continente sono tornate completamente a Russelsheim e la casa tedesca ha rimesso dritta la barra focalizzando di nuovo obiettivi a lungo termine supportati da investimenti adeguati. Il target? Come ha annunciato il Ceo Karl-Thomas Neumann l’obiettivo è di raggiungere prima della fine del decennio una quota dell’8% del mercato europeo (Russia compresa) che, sempre secondo le previsioni, dovrebbe corrispondere a 1,7 milioni di vetture l’anno.

Tanti nuovi modelli, tanti nuovi motori. E fari puntati sullo stile per avere più appeal e ottenere maggiori consensi anche presso il pubblico femminile e i giovani che, oltre alla sostanza, tengono in notevole considerazione gli aspetti emozionali. Proprio quest’anno Opel festeggia il mezzo secolo di vita del suo Centro Design, il primo in assoluto nel nostro continente. Un laboratorio all’epoca unico che introdusse in Europa anche l’idea di concept-car. Strade nuove, quindi, come quella battuta dalla citycar chic Adam che ha già ottenuto oltre 100 mila ordini, senza però trascurare gli asset tradizionali che hanno sempre garantito solidità e successo.

Fra questi spiccano Corsa e Astra che, in tempi diversi, hanno entrambe raccolto l’eredità della mitica Kadett, inserendosi nei due segmenti di mercato più importanti. La Kadett risaliva agli anni Trenta, ma il boom ci fu con le generazioni successive e all’epoca del miracolo economico tedesco fu uno dei modelli che motorizzò la Germania. Come sempre avviene l’auto nelle successive versioni diventò più grande e importante lasciando spazio in basso ad un altro modello che gli ingegneri Opel andarono a coprire proprio con la Corsa.

Era il 1982 quando la piccolina con lo stile firmato da Erhard Schnell venne svelata al mondo. Lunga appena 362 cm aveva linee decise e un’ottima aerodinamica e in poco più di 10 anni fu venduta in oltre 3 milioni di unità. Poi arrivò la “seconda” o la B e il design firmato dal giapponese Hideo Kodama voltò pagina adottando forme dolci e arrotondate. La B in soli 7 anni fu acquistata da più di 4 milioni di clienti. Ora tocca alla 5, oppure generazione “E” determinata ad allungare in modo considerevole la collana dei 12,3 milioni di unità prodotte in 32 anni.


Il vestito questa volta è firmato da Mark Adams, il responsabile del Design Opel che ha plasmato anche Insignia e l’ultima Astra arrivate rispettivamente prima e terza nel premio “Car of the Year” dei loro rispettivi anni. Il look non è una rivoluzione. Anche le dimensioni esterne sono simili all’attuale che resta per un pelo sotto i quattro metri. Come vuole la tradizione, invece, abitabilità e capacità di carico sono al vertice della classe, anche per cinque persone. Il frontale ricorda quello della Adam, con le luci e Led per la marcia diurna che disegnano un’ala. La griglia è in basso, tagliata da una barra cromata che sostiene il logo Opel.

La fiancata pulita è simile alla Corsa 4, mentre dietro i parafanghi scolpiti e i gruppi ottici orizzontali esaltano la sensazione di contatto con il terreno. Tutto è stato riprogettato, dalla meccanica all’abitacolo. Il baricentro è più basso di mezzo centimetro, il servosterzo elettrico (con funzione City) garantisce leggerezza e precisione e c’è un nuovo cambio a sei rapporti in coppia con l’inedito 3 cilindri 1.0. La casa tedesca è stata una delle prime a puntare su questa architettura e ora si spinge su livelli molto elevati.

Sovralimentazione, iniezione diretta, albero controrotante per smorzare le vibrazioni e ridurre i rumori, l’1.0 si può avere con potenze da 90 e 115 cavalli (a soli 1.800 giri la coppia è già di 170 Nm). Lo Start/Stop è di serie e si può avere anche il cambio automatico robotizzato Easytronic 3.0. Tutti i propulsori sono Euro 6, anche l’1.2 e 1.4 benzina e il turbodiesel 1.3 in 2 livelli di potenza, 75 e 95 cv. Il secondo è anche quello con le emissioni (89 gr/km) e i consumi più contenuti della gamma. Al vertice pure gli altri aspetti tecnologici. C’è il sistema di connettività IntelliLink con schermo touch da 7 pollici e numerosi dispositivi di assistenza alla guida ereditati dai modelli più grandi. Per chi ama lo sport Corsa resta l’unica della sua classe ad avere integrato nel paracolpi posteriore il portabiciclette (FlexFix).

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Lunedì 1 Settembre 2014 - Ultimo aggiornamento: 23-09-2014 13:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA