Lo stabilimento Ferrari di Maranello dove vengono assemblate le mitiche gran turismo

Viaggio a Maranello: visita
alla fabbrica che produce sogni

di Giorgio Ursicino
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MARANELLO - Formula 1. Formula Uomo. Formula Ferrari. Formula vincente. Il Cavallino è tutto una formula. Segreta. Quasi magica. Inventata dal Drake che fondò la casa automobilistica più famosa del mondo partendo da una Scuderia e portata dal presidente Montezemolo ai massimi livelli di prestigio e di efficienza in tutti gli angoli delle scenario globale.
Negli ultimi anni il nostro paese ha perso un po’ di smalto: è scesa la produzione industriale e si è ridotto il Pil, si è contratto il potere d’acquisto e sono diminuiti i consumi. Soprattutto si è raffreddato l’entusiasmo. In questa bella valle meno sorridente del solito, c’è chi continua a correre veloce, anzi ha aumentato la sua andatura in modo esponenziale. In una calda giornata della primavera emiliana, la fabbrica delle invenzioni ha spalancato i propri cancelli mostrando al mondo l’enorme energia che può sprigionare il made in Italy se messo in grado di funzionare.

Enormi progressi.
Chi ricorda lo stabilimento del 1991, quando Montezemolo tornò a Maranello con lo scettro del comando, ha l’impressione di fare un viaggio nel futuro. Di quella realtà sono rimasti i valori e la passione, la determinazione e il coraggio. Il resto è tutto cambiato, stravolto, migliorato, esaltato. La competenza è diventata eccellenza, quelli che erano dettagli si sono trasformati in aspetti fondamentali di un progetto unico, ambizioso, vincente. La Formula Ferrari. «La cosa più importante di questa azienda sono le persone, solo uomini e donne eccezionali possono costruire vetture eccezionali», ha ricordato Montezemolo, puntando di nuovo i riflettori sullo spirito di squadra e sul fattore umano. L’arma della Ferrari sono sempre stati gli investimenti, indirizzare una parte cospicua del fatturato per migliorare i prodotti, le strutture e, soprattutto, la qualità della vita di chi lavora nella fabbrica. Un grande stabilimento che continua a crescere, che produce all’interno l’energia necessaria e lo fa in modo rinnovabile, con i più alti standard ecologici attualmente conosciuti.

Investimenti record. Ogni anno la percentuale di investimenti per la ricerca e sviluppo dei nuovi prodotti si avvicina al 20% e centinaia di milioni sono stati spesi negli impianti che consumano sempre meno energia e producono meno CO2. Vialetti, aiuole, alberi, l’atmosfera è rilassante, lo scenario rassicurante. La nascita delle mitiche granturismo è stata sempre affiancata dalla Gestione Sportiva, cioè il reparto corse che realizza i bolidi più vincenti nella storia della Formula 1. «Negli ultimi 14 anni abbiamo vinto 31 titoli fra Piloti e Costruttori, soprattutto siamo rimasti sempre ai vertici - ricorda il Presidente - siamo l’unica squadra che ha preso parte a tutti i Campionati, le corse fanno parte del nostro Dna. La Formula 1 è il nostro reparto di ricerca avanzata, ma è anche la nostra pubblicità». Nel tempo le prestazioni delle Rosse (sia stradali che da corsa) continuano a non temere confronti, ma l’affidabilità ha fatto progressi enormi, diventando quasi totale. Le linee di produzione somigliano a sale operatorie per la pulizia e la luminosità, gli operai lavorano in postazioni ergonomiche e funzionali. Le vetture 12 cilindri vengono assemblate al terzo piano, le componenti salgono in ascensore che poi riporta a terra i gioielli, finiti pronti ad affrontare la prova su strada.

Un'azienda globale. La Ferrari attualmente è presente i 61 paesi con 200 dealer, ma la finestra sul mondo non è solo in uscita, è anche in entrata. A realizzare il simbolo del made in Italy, infatti, contribuiscono talenti provenienti da paesi diversi, tutti perfettamente integrati e formati con la filosofia Tailor Made, cioè ognuno ha il suo percorso personalizzato. Il Cavallino è diventato il brand più “forte” del pianeta è numerosi giovani sognano di lavorare a Maranello, la Silicon Valley della tecnologia automobilistica, la Wolfsburg tricolore, la terra promessa degli amanti di tutte le hypercar. Aerodinamica, meccanica, elettronica, nulla viene lasciato al caso, il travaso fra pista e strada è continuo, costante. La Ferrari i fenomeni li coltiva da giovani, li segue mentre crescono, li aspetta quando sono pronti per iniziare a lavorare.

Talenti senza confini. Maranello è infatti in contatto con le più prestigiose università della Terra e porta avanti ricerca avanzata con fornitori selezionati che sono veri e propri partner. L’università di Modena ha una grande tradizione per gli ingegneri meccanici, mentre in quella di Oxford sono molto avanti per le competenze aerodinamiche. La Ferrari, che è a stretto contatto con entrambi gli atenei, è in pole position in tutti e due i settori e si propone come riferimento sia per l’efficienza dei propulsori (rapporto fra potenza sviluppata ed emissioni) sia per aerodinamica, cioè la capacità di ottenere carico in curva senza penalizzare l’avanzamento in rettilineo. Nel primo quadrimestre del 2013 il business è andato molto bene in tutti i continenti: le vendite hanno sfiorato le 1.800 unità (+4%), il fatturato è cresciuto dell’8%, gli utili addirittura del 36%. Il business quindi tira, ma il Cavallino non segue il flusso, fa le sue strategie, è coerente con la sua vocazione innovativa: nel 2013 verrà ridotta la produzione che tornerà sotto le 7.000 unità. «La nostra non è una necessità, ma una scelta. Me lo ha insegnato Enzo Ferrari, noi vendiamo sogni e la nostra offerta deve essere sempre inferiore alla domanda», ha concluso Montezemolo.

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Sabato 11 Maggio 2013 - Ultimo aggiornamento: 13-05-2013 11:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA