«La bocca della miniera - spiega l’autore - è chiusa da più di cinquanta anni ma le voci dal ventre della terra ancora si sentono. Sono le voci che continuano a scavare nella vita di tutti i giorni, nella memoria di anni di sofferenza e di grandi traguardi». Due mondi, quindi, quello sotto, e quello sopra la terra di Spoleto e d’Italia. «Una storia ancora viva ed universale di minatori sopra e uomini sotto il pavimento del mondo, a trecentocinquanta metri di profondità dalla nostra vita». In scena anche Benigno Fabbi, minatore del Pozzo Orlando, assieme ad altri testimoni e protagonisti della vita in miniera. Fino al 13 luglio, sempre alle 19.30.
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