Ruben Razzante
Ruben Razzante

Il Papa e l'Ia / Il primato dell’etica sui sistemi tecnologici

di Ruben Razzante
4 Minuti di Lettura
Domenica 28 Aprile 2024, 23:50

L’annuncio della partecipazione di Papa Francesco ai lavori del G7 in Puglia, a giugno, nella sessione dedicata all’Intelligenza Artificiale (AI), appone un timbro solenne a una trasformazione tecnologica epocale. Per la prima volta nella storia un Pontefice interviene in un vertice del gruppo dei 7 grandi della terra e questo è certamente un motivo d’orgoglio per il nostro Paese, visto che l’evento coincide con l’anno di presidenza italiana.
Papa Bergoglio intenderà portare all’attenzione degli altri leader mondiali l’iniziativa promossa dalla Santa Sede sull’Intelligenza Artificiale con la “Rome Call for AI Ethics”, un percorso finalizzato a porre costantemente al centro l’uomo nella sua incommensurabile profondità. Inoltre, il suo intervento al G7 sottolinea una volta di più quanto l’avvento dell’Intelligenza Artificiale equivalga a una sfida epocale di natura antropologica, oltre che tecnologica. Nel dosaggio di rischi e opportunità, essa può incidere sugli equilibri globali ma anche sul percorso realizzativo della personalità degli individui e sullo sviluppo delle società.
Non solo, dunque, l’AI non può prescindere dall’uomo, ma essa deve incentrarsi sull’uomo e rimanere sotto il controllo umano. Per far sì che questo non si riveli solo uno slogan di facciata è fondamentale che alle attente riflessioni intellettuali sull’argomento si associno equilibrati interventi legislativi e una strategia di sviluppo dell’Intelligenza Artificiale filtrata attraverso i parametri di garanzia dei diritti fondamentali.

Si avvicina peraltro la 58esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (12 maggio) e Papa Francesco, quando la annunciò mesi fa, in un solenne messaggio auspicò “modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di Intelligenza Artificiale e contrastarne l’utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione dell’opinione pubblica o nella costruzione di un pensiero unico”. Le parole del Pontefice puntano a scongiurare il rischio che l’AI dia in pasto agli algoritmi l’essenza dell’uomo, alterandola, saccheggiandola e privandola della sua unicità.

Sul versante giuridico il Regolamento europeo AI Act è un tassello decisivo e il disegno di legge presentato dal Governo Meloni si armonizza con i suoi contenuti.

Con lo strumento dei decreti attuativi il nuovo quadro normativo potrà dispiegare tutti i suoi effetti, realizzando quel bilanciamento tra libertà d’impresa e tutela dei diritti fondamentali che rimane la stella polare della regolamentazione nazionale e sovranazionale sull’AI. Nel testo del disegno di legge governativo, mentre si affidano all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) e all’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) le competenze relative all’applicazione della strategia nazionale sull’AI, si puntualizza che “restano ferme le competenze, i compiti e i poteri del Garante per la protezione dei dati personali”. Tuttavia nella versione approvata in consiglio dei ministri, che ora dovrà essere oggetto di dibattito parlamentare, è scomparso il rifermento alla Fondazione IA, che avrebbe dovuto coordinare e monitorare le azioni strategiche del governo, autosostenendosi attraverso contributi privati, senza gravare sulle casse dello Stato e senza sovrapporsi in alcun modo alle fondazioni già esistenti. E’ auspicabile che nel confronto in Parlamento si possa riprendere in considerazione l’eventualità di dar vita a un ente strumentale come la Fondazione IA che possa stimolare la ricerca applicata, il trasferimento tecnologico, la sperimentazione, lo sviluppo e l’adozione di sistemi di Intelligenza Artificiale.

La cornice antropocentrica nella quale tutte queste scelte politico-amministrative vanno a situarsi ricomprende al suo interno il rispetto dei diritti fondamentali della persona e delle libertà previste dalla Costituzione, oltre che dal diritto europeo.

Trasparenza, sicurezza, riservatezza, proporzionalità non discriminazione, sostenibilità sono le categorie che dovranno permeare i sistemi e i modelli di Intelligenza Artificiale affinchè la realizzabilità tecnica non sovrasti la dimensione etica. Non tutto ciò che le tecnologie consentono di fare preserva il primato dell’uomo e la stabilità democratica. Indispensabile introdurre dei limiti all’Intelligenza Artificiale ma senza frenare la crescita tecnologica delle imprese. Fondamentale governare i rischi e costruire percorsi di innovazione responsabile. Al G7 Papa Bergoglio contribuirà a indicare la rotta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA