Btp, rendimenti al 3,36% in asta: la spesa per interessi sale di 6 miliardi

Btp, rendimenti al 3,36% in asta: la spesa per interessi sale di 6 miliardi
di Roberta Amoruso
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Mercoledì 31 Ottobre 2018, 12:27 - Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 16:05
La doccia fredda dei dati Istat su un'economia italiana ferma come non accadeva da oltre tre anni ha avuto il suo effetto. eccome, ieri sui titoli di Stato italiano. E così mentre lo spread volava verso i massimi a quota 310 (14 punti in più della vigilia) con il rendimento al 3,47%, il Tesoro non ha avuto vita così facile nel collocare 5,5 miliardi nuovi titoli a 5 e a 10 anni. Dunque Via XX Settembre ha dovuto offrire oltre 50 centesimi in più per ogni titolo rispetto a un mese fa pur di mantenere viva la domanda, stabile rispetto a settembre. Sulla scadenza più breve, il titolo a 5 anni è stato toccato il tasso massimo da dicembre 2013, il 2,58% in netta salita rispetto al 2,03. Fatti due conti, il Tesoro ha pagato 11 milioni in più rispetto a un mese fa solo per questo pacchetto da 2 miliardi di titoli. Per i Btp decennali, invece, si sono rivisti i livelli di febbraio 2014, con il tasso al 3,36% rispetto al 2,9% di settembre e altri 11 milioni di interessi in più da pagare. Per la tranche di CcTeu da un miliardo, il rendimento è salito al 2,32%.

L'IMPENNATA DEI COSTI
Ma il confronto più impietoso è con la fotografia di fine aprile, quando è iniziata la folle corsa dello spread. Secondo alcuni calcoli citati da Radiocor, emettere quel pacchetto da 5,5 miliardi tra Cct e Btp è costato ieri all'Italia 689 milioni in più di quanto sarebbe costato a fine aprile. Non solo. Mettendo insieme i numeri per tutte le emissioni di Btp fatte da allora - esclusi i titoli indicizzati, quelli collocati a sindacato e i Btp Italia - si arriva a una cifra di circa 6,5 miliardi. Tanto è costato finora l'effetto spread soltanto sulle muove emissioni del Tesoro. Non è poco, visto che si avvicina alla cifra dei 9 miliardi del reddito di cittadinanza per la quale ancora oggi tanto combatte il governo in Europa. La consolazione è che il programma 2018 del Tesoro è ormai completo per il 92%. E con 20 miliardi di titoli a medio-lungo termine da emettere tra novembre e dicembre e 32 miliardi di titoli in scadenza, il Tesoro può contare di fatto su emissioni nette negative da qui a fine anno per 12 miliardi. Senza contare che due mesi si farà sentire il residuo effetto del Qe, il piano di acquisto dei titoli governativi, della Bce.

Il 2019, però, sarà un'altra storia. Certo, la Bce reinvestirà gli utili dei titoli già acquistati che arriveranno a scadenza, e questa mano avrà comunque un suo effetto, ma la spesa interessi in tutta Europa è destinata a salire, e salirà molto di più per l'Italia se lo spread tra i Btp e Bund rimarrà su livelli così alti o oltre. L'anno prossimo arriverà per il Tesoro un carico da 260 miliardi di titoli da collocare. E con uno spread a 300 punti - ha calcolato l'Osservatorio Cpi guidato da Carlo Cottarelli - la spesa per interessi lieviterebbe di oltre 6 miliardi nel 2019 e di 10 miliardi nel 2020 rispetto a quanto previsto nel Def di aprile scorso. La nota di aggiornamento presentata dal governo ad ottobre, invece, prevede solo 1,9 miliardi di costi in più nel 2019. Una stima del genere rischia di essere davvero troppo ottimistica, un po' come quella sulla crescita del Pil. Di questo dovrà tenerne conto il governo giallo-verde, se non ci sarà un raffreddamento della temperatura sullo spread. Per gli amanti dei numeri, c'è ne uno che un uomo attento come il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha già ben presente, evidentemente. Se si mettono insieme i maggiori costi per Interessi legati alle emissioni degli ultimi sei mesi, con i maggiori costi previsti, a certi livelli di spread, soltanto per il 2019, il conto salato dello spread arriva a circa 12,5 miliardi.
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