Zes unica, sì dell’Ue: sgravi fiscali dall'Abruzzo alla Sicilia. «Ora sarà più facile investire nel Sud»

Meloni: «Un cambio di passo basta con l’assistenzialismo»

Zes unica, sì dell’Ue: sgravi fiscali dall'Abruzzo alla Sicilia. «Ora sarà più facile investire nel Sud»
di Francesco Bechis
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Giovedì 13 Luglio 2023, 23:49 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 10:19

Un assist al Mezzogiorno. Per attrarre investimenti e lavoro, ridurre il divario con il Nord. E, in prospettiva, bilanciare la riforma leghista dell’Autonomia differenziata. La Commissione europea ha dato il via libera al governo italiano per istituire un’unica Zona economica speciale (Zes) nel Meridione. Ovvero un regime speciale che permette alle aziende del Sud-Italia di accedere a incentivi e sgravi fiscali ad hoc. 

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LE TRATTATIVE

A sbloccare una partita che aveva da mesi puntati addosso i riflettori di Palazzo Chigi l’incontro a Bruxelles tra il ministro al Pnrr Raffaele Fitto e la Commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager ieri pomeriggio.

Esulta Giorgia Meloni, «lo sviluppo dell’economia del Mezzogiorno è una priorità del nostro governo» mette a verbale la premier in serata, convinta che la Zes unica sarà «un cambio di passo per l’economia nel Sud». Utile ad abbandonare «la logica assistenziale che non funziona» e creare «opportunità di lavoro e crescita e rendendo queste aree del Paese competitive e attrattive per investimenti ed imprese». Saranno otto le regioni interessate dal regime di agevolazioni fiscali Ue: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. 

Nelle stesse Regioni sono attive dal 2017, introdotte dal governo Gentiloni, sei Zes regionali e due interregionali, gestite da altrettanti commissari. Tra le misure già previste in queste aree del Sud, la riduzione fino al 50 per cento dell’imposta sul reddito d’impresa e agevolazioni attraverso contratti di sviluppo per 250 milioni di euro complessivi. L’esperimento, però, ha funzionato solo in parte. Negli ultimi sei anni le Zes si sono rivelate scarsamente attrattive per gli investitori internazionali e come non bastasse il regime speciale nelle otto regioni ha scatenato una concorrenza spietata tra i comuni del Sud. 

Ora la svolta annunciata da Fitto. «Sarà estesa a tutto il Mezzogiorno l’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive e la riduzione di un terzo dei termini di conclusione dei procedimenti», fa sapere il ministro. Non solo: nel faccia a faccia con Vestager si è discusso anche dell’ipotesi di rendere stabile “Decontribuzione Sud”, l’agevolazione fiscale dell’Ue per le imprese del Sud Italia che prevede con riferimento ai rapporti di lavoro dipendente un esonero contributivo del 30 per cento in favore dei datori di lavoro privati e che l’Italia ha ottenuto di estendere fino alla fine del 2023. 

Ebbene, fa intendere Fitto, a Bruxelles sono in corso negoziati per trasformare questa misura temporanea in un sostegno strutturale. Dopo giorni di fibrillazione sul Pnrr, a un mese dalla scadenza per la revisione del piano di ripresa, dall’Ue Palazzo Chigi incassa una buona notizia. Ovviamente, e Vestager non manca di ricordarlo, il regime fiscale agevolato per il Mezzogiorno dovrà rispettare i paletti della Commissione, soprattutto la normativa sugli aiuti di Stato allentata durante la pandemia con il Temporary framework ma che una parte degli Stati Ue ora chiede di irrigidire di nuovo. Un’altra notizia che da Bruxelles fa sorridere Fitto è invece la chiusura di un lungo contenzioso tra Italia e Commissione Ue, in corso dal 2015, per il mancato recupero di aiuti di Stato concessi ad alcune imprese venete. Un’infrazione che all’Italia è costata una multa salatissima: in otto anni, 219 milioni di euro. 

IL PIANO PER IL SUD

La proposta di una Zes unica per il Sud Italia, una grande area per attrarre capitali nel Mezzogiorno, sembra compattare l’intera maggioranza. «Una buona notizia, il governo mantiene l’impegno di aiutare il Sud», esulta il vicepremier di Forza Italia Antonio Tajani. Certamente trova concordi le associazioni degli imprenditori, a partire da Confindustria, che da anni chiedono di unificare in un’unica Zes le otto aree nel Meridione per ridurre costi e semplificare norme e burocrazia. 

Esulta anche il ministro leghista alle Autonomie Roberto Calderoli, sicuro che la riforma federalista e la Zes unica possano insieme diventare «un volano per il Sud». In realtà, è impressione diffusa in maggioranza, specie in FdI, che il risultato ottenuto dal governo per il Sud serva in prospettiva anche a bilanciare possibili squilibri dell’autonomia differenziata e a lanciare un segnale all’elettorato nel Meridione. Un volano in vista delle elezioni europee dell’anno prossimo che vedranno i tre alleati a Palazzo Chigi contendersi la mappa elettorale dello Stivale in una sfida all’ultimo voto.

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