Più che i condizionatori il vero problema sono i termosifoni. E l'acqua calda. Il freddo dell'inverno, insomma, fa più paura del caldo dell'estate a un Paese che consuma ogni anno 76 miliardi di metri cubi di gas, quattro su dieci dei quali arrivano dalla Russia. L'Italia, come anche la Germania, sta cercando in tutti i modi di trovare fornitori alternativi a Gazprom. Però non è semplice. E i destini di Roma e Berlino si incrociano più di quanto non si pensi. Basta leggere l'ultimo Def, il documento di economia e finanza del governo. Gli esperti interpellati dal Tesoro per provare a immaginare cosa accadrebbe se l'Italia fosse costretta a breve a fare a meno del gas di Putin non sono rassicuranti. L'esecutivo sta facendo ogni sforzo possibile per trovare gas in altre parti del mondo.
Le tappe
Dopo i 9 miliardi promessi dall'Algeria (di cui però solo 6 entro quest'anno), i tre dell'Egitto, adesso Mario Draghi è pronto a volare in Congo ed Angola per siglare altri accordi sul Gnl. Ma, avvertono gli esperti del Tesoro, se anche gli altri Paesi si danno da fare allo stesso modo, all'Italia quest'inverno rischiano di mancare comunque 15 miliardi di metri cubi. Il punto è proprio questo. Gli altri Paesi non stanno a guardare. La Germania ha stanziato 3 miliardi di euro per comprare navi metaniere. L'Italia, tramite Snam, ne sta cercando due. In giro per il mondo ne sono rimaste poche, e chi le possiede ormai le affitta a peso d'oro. Senza navi gasiere, con i pochi rigassificatori che l'Italia si ritrova, sarà difficile far entrare nei tubi il Gnl. La stima più ottimistica è che ci vorrà almeno un anno e mezzo prima che le due navi arrivino e siano operative. L'autunno, però, arriva tra soli cinque mesi.
Lo sforzo
Uno sforzo sarà chiesto anche alle imprese. A quelle che hanno contratti interrompibili innanzitutto. Sono aziende che consumano gas ma che lo pagano a un prezzo ridotto proprio per la disponibilità data a subire interruzioni di fornitura. I razionamenti però, potrebbero riguardare anche tutte le altre imprese. Almeno inizialmente su base volontaria, magari con l'incentivo di una cig legata all'emergenza energetica. Poi sarà necessario bruciare carbone: tanto, per produrre elettricità sostituendo il gas. Una misura che da sola farà risparmiare cinque miliardi di metri cubi di metano. Ma oltre al freddo ci sarà un altro effetto indesiderato che potrebbe materializzarsi in inverno: il caro-bollette. L'interruzione del gas russo, secondo il Tesoro, rischierebbe di far balzare il prezzo del gas a 200 euro al Megawattora. Gli effetti sui costi per le famiglie sarebbero elevatissimi. Più che abbassare i riscaldamenti, molti rischierebbero di non poterli proprio accendere.