Roberto Colaninno, mantovano, morto a 80 anni, sarà probabilmente ricordato per un'operazione finanziaria, l'Opa (l'Offerta pubblica di acquisto) da 100mila miliardi delle vecchie lire che portò i "capitani coraggiosi", come li definì l'allora Presidente del consiglio Massimo D'Alema, a conquistare quella Telecom che da poco lo Stato aveva privatizzato. Ma in realtà Colaninno ha sempre preferito guardare a se stesso come a un industriale e non a un finanziere. E a testimonianza di questo ha sempre messo avanti la sua storia. Iniziata in Fiaam nel lontano 1969, un'azienda di componentistica auto di cui prima è stato direttore amministrativo per poi divenirne in seguito amministratore delegato. E sempre nel campo della componentistica auto inizia la sua avventura imprenditoriale "in proprio", fondando sempre a Mantova, la Sogefi, un'azienda che poi finirà nella galassia Cir di Carlo De Benedetti.
Roberto Colaninno, la carriera e la svolta degli anni Novanta
Ma il vero salto arriva a metà degli anni Novanta, nel 1996, quando Colaninno prende le redini della vecchia Olivetti.
Così i gioielli tecnologici Omintel e Infostrada, vengono ceduti alla società tedesca Mannesmann per 15 mila miliardi delle vecchie lire e Colaninno insieme con una cordata di imprenditori della quale fa parte anche il finanziere Emilio Gnutti, e con il sostegno di Mediobanca, si lancia in quella che è stata ribattezzata la madre di tutte le Opa: un'offerta da 100 mila miliardi delle vecchie lire per conquistare Telecom. L'operazione viene finanziata con quello che si chiama in termini tecnici un leverage buyout. Olivetti si indebita moltissimo per conquistare Telecom, con il progetto di restituire i soldi con i proventi della stessa società acquisita. Alle spalle c'è, da parte di Colaninno, un progetto industriale che prevede l'internazionalizzazione della stessa Telecom, con investimenti in Brasile, Francia, Argentina, Cuba, Germania. E poi lo sviluppo di internet, della Tv, di Seat Pagine Gialle. Ma i compagni di "cordata" non hanno le stesse prospettive. Per loro l'operazione Telecom ha più una valenza finanziaria. Così, dopo due anni, decidono di cedere il gruppo all'Olimpia di Marco Tronchetti Provera. E qui inzia un'altra storia.
Telecom e Alitalia
Quella di Colaninno, invece, prosegue come era iniziata, con nuovi investimenti industriali. Con la liquidazione di Telecom acquista una società immobiliare quotata in Borsa, la Immsi, e la trasforma in una holding di investimenti. Il più importante di tutti è quello in Piaggio. Acquista da Morgan Greenfell, un fondo di Deutsche Bank, la società che produce la leggendaria Vespa, ma che versa in cattive acque. La risana. Nel 2006 la società che produce gli scooter viene quotata in Borsa per abbattere il debito. E inizia una fase di intenso sviluppo. Oggi del gruppo fanno parte i marchi Vespa, Piaggio, Aprilia, Moto Guzzi, Gilera e Derbi, produce veicoli commerciali leggeri come l’Ape e il Porter. Ed è entrato nella robotica. Immsi ha differenziato gli investimenti entrando nel campo della cantieristica navale, acquisendo la Rodriquez Cantieri Navali di Messina e la Intermarine di Sarzana e nel settore immobiliare e turistico, con l’Is Molas Golf Resort, il prestigioso progetto di sviluppo immobiliare in Sardegna.
La storia di Roberto Colaninno si intreccia con un'altra vicemda italiana infinita, quella del salvataggio di Alitalia. Per cinque anni ha guidato la cordata Cai, che aveva acquisito la compagnia di bandiera e anche AirOne. Ma si era dimostrata, questa sì, una montagna troppo alta da scalare.