Riscaldamento, ecco come vivere a 19 gradi in casa (e cosa cambia per la salute)

In stanza da letto va bene che sia più fresco, ma in sala da pranzo è preferibile maggiore calore.

Riscaldamento, ecco perché vivere a 19 gradi in casa fa bene alla salute (ma non per bimbi e anziani)
di Maria Rita Montebelli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Dicembre 2022, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 07:57

Quello che ci aspetta sarà un inverno all'insegna dell'austerity, con ricadute anche sul riscaldamento domestico. Il decreto che punta al risparmio energetico impone di abbassare il riscaldamento domestico a 19 gradi. Termometro troppo basso per la nostra salute? Assolutamente no.

Riscaldamento, come vivere con 19 gradi

Come ricorda l'Organizzazione Mondiale della Sanità: avere a casa nelle stagioni fredde una temperatura anche solo di 18 gradi può addirittura farci stare meglio.
La raccomandazione, sviluppata sulla base della letteratura scientifica legata ai rischi sulla salute delle temperature troppo fredde in casa, si riferisce non soltanto a chi è in movimento, magari impegnato nei lavori domestici, ma anche a chi sta seduto, come chi lavora al computer o studia. Diciotto gradi è considerata anche la temperatura ideale per un buon sonno. Per riposare bene durante la notte la temperatura non dovrebbe superare i 20 gradi. Il termometro può anche arrivare a 15 o 16 gradi. La condizione di salute, l'abbigliamento, l'attività, la circolazione dell'aria e dell'umidità, ma anche il cibo che si mangiano possono incidere significativamente sul freddo.
Sono proprio gli esperti internazionali a dare un'ulteriore specifica.

Nella camera da letto meglio avere una temperatura più bassa di quella della stanza dove si mangia.

 

Le finestre

Opportuna, dunque una diversificazione. Meglio dormire in un clima più fresco e non secco. Meglio stare a tavola con un clima più caldo. In sostanza, possiamo dire che 19 gradi, come indicato da decreto, è in linea con le indicazioni fornite dagli esperti.
Il livello di isolamento, la temperatura delle pareti, la circolazione dell'aria o il tasso di umidità influenzano molto la sensazione di benessere. Il riscaldamento eccessivo, accompagnato a una non corretta aerazione, rendono l'aria secca e pesante, favorendo alcune condizioni: pelle secca, mal di testa, tosse e altri sintomi respiratori, occhi irritati. Il pieno benessere termico è dato anche dalla ventilazione. Aprire le finestre per qualche minuto più volte al giorno, indipendentemente dalla temperatura, consente di migliorare la qualità dell'aria interna. L'aria interna dovrebbe essere piuttosto umida, tra il 40 e il 60% perché l'aria secca può irritare le vie respiratorie e le mucose nasali.
Ma se per i giovani adulti e le persone in buona salute, abbassare un po' i riscaldamenti non comporta ripercussioni per la salute, per i bambini piccoli e gli anziani potrebbe non essere così. Passare l'inverno in una casa mal riscaldata per una persona fragile rappresenta un problema e la espone ad una serie di malattie potenzialmente fatali, come infarto, ictus, disturbi respiratori, malattie infettive delle vie aeree. Il rischio si presenta non solo quando le temperature esterne vanno sotto zero, ma già sotto i 6 gradi.

La bronchite

I soggetti più vulnerabili al freddo sono proprio i bambini e gli over 65, soprattutto se già affetti da problemi cardiaci o respiratori (bronchite cronica ostruttiva), diabete, patologie neurologiche o psichiatriche o da disturbi motori che impediscano loro di muoversi per casa.
«Certo, una riduzione del riscaldamento casalingo come quella prevista per legge afferma il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna non dovrebbe comportare ripercussioni a livello cardiovascolare perché si traduce in un aumento della pressione non significativo. Attenzione però agli anziani fragili, soprattutto se allettati».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA