L'obiettivo del decreto è quello di riavviare questo strumento per risalire in modo presuntivo ai redditi dei contribuenti persone-fisiche che di fatto era stato bloccato nel 2018 quando si decise di aggiornare i parametri ma anche di prevedere che l'attuazione sarebbe stata subordinata ad una consultazione dell'Istat e delle associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori.
Alla voce dei consumi sono state incluse moltissime voci. Riguardano gli alimenti e le bevande, l'abbigliamento e le calzature, le spese per l'acqua e il condominio, quelle per la manutenzione ordinaria della casa, le spese per la gestione – in termini di carburanti e cambio olio – di una autovettura, le spese per i trasporti pubblici, quelle per la scuola e l'università, per i prodotti di cura della persona. Altro capitolo importante per risalire al reddito sarà anche quello delle utenze – tutti dati già contenuti nell'anagrafe tributaria – come le spese per luce, gas, riscaldamento oppure per le spese telefoniche e l'acquisto di smartphone. Sarà valutata inoltre la capacità di risparmio, considerata come parte di reddito non utilizzata per consumi e investimenti. Sarà in particolare valutato anche l'incremento patrimoniale: quello su immobili e autoveicoli, ma anche su azioni, obbligazioni, fondi e polizze vita ad esempio.
Il fisco garantirà comunque la possibilità ai contribuenti di dare una prova contraria: ad esempio dimostrare che le spese sono state sostenute grazie a redditi non considerati oppure che le spese attribuite hanno un diverso ammontare o che la quota di risparmio utilizzata per i consumi si era formata negli anni precedenti.
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