Pichetto Fratin: «Rinnovabili e gas nazionale, così scenderanno le tariffe»

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica: «Con gli aiuti e l’aumento della produzione sia le famiglie che le imprese potranno contare sulla riduzione dei prezzi»

Pichetto Fratin: «Rinnovabili e gas nazionale, così scenderanno le tariffe»
di Umberto Mancini
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Mercoledì 3 Gennaio 2024, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 08:27

Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, prima di fare un bilancio del 2023 appena chiuso, parliamo subito delle prospettive del nuovo anno. Sul fronte delle tariffe, il tema più sensibile e sentito, che cosa dobbiamo aspettarci?
«Abbiamo approvato misure che consentono di incentivare la produzione delle fonti rinnovabili e aumentare la produzione nazionale di gas metano. Azioni che consentiranno la riduzione dei prezzi dell’energia per le nostre famiglie e per le imprese».

Impossibile fare previsioni?
«Abbiamo impostato un lavoro per garantire nuove opportunità al sistema Italia».

Quale è stato il più importante obiettivo raggiunto nel 2023 e quali sono i prossimi interventi?
«Abbiamo consolidato la sicurezza energetica del Paese, ribaltando una situazione che nel momento in cui si è formato il Governo Meloni, a pochi mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina, presentava diversi elementi di criticità per l’Italia e per l’Europa.

Oggi le famiglie e le imprese italiane possono ritenersi sicure grazie alle politiche di diversificazione degli approvvigionamenti che abbiamo messo in atto».

In sintesi ci spiega bene le misure?
«Tre importanti decreti approvati: quello sulle Comunità Energetiche Rinnovabili; quello per l’incentivazione dei sistemi agrivoltaici e per ultimo, proprio a dicembre, il decreto Energia e sicurezza che prevede tra l’altro importanti misure per incentivare la produzione delle fonti rinnovabili e aumentare la produzione nazionale di gas metano. Azioni, come dicevo, che consentiranno la riduzione dei prezzi dell’energia per le nostre famiglie, per il settore produttivo e industriale, per garantire nuove opportunità all’intero sistema Italia».

Ma sul lato ambientale avete fatto passi avanti significativi o c’è ancora molto da fare?
«L’aggiornamento del Pnacc, il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, che è stato pubblicato in via definitiva, e del Pniec, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, che la scorsa estate è stato inviato a Bruxelles e che entro giugno 2024 sarà approvato. Si tratta di due strumenti fondamentali per affrontare il dissesto idrogeologico dell’Italia e le emergenze dovute alle conseguenze del cambiamento climatico, che garantiranno una migliore salvaguardia del territorio e dell’ambiente. Il Paese li aspettava da anni e che questo Governo li ha realizzati».

Ministro che obiettivi si è dato e quali sono le difficoltà da superare nei prossimi mesi?
«Accelerare sulla decarbonizzazione del Paese, semplificando e digitalizzando gli iter autorizzativi e le connessioni alla rete. Investire sull’efficienza energetica sia in ambito civile che industriale e garantire ulteriore competitività al nostro Paese sia in termini di costi che di approvvigionamenti energetici. Dare continuità agli incentivi per le fonti rinnovabili adottando in maniera definitiva il Fer2 e promuovendo un nuovo schema di sostegno, il cosiddetto Fer-X, che porterà all’installazione di oltre 60Gw di fonti rinnovabili in cinque anni».

Ce la faremo? E, soprattutto, cosa faranno gli altri Paesi?
«Voglio rispondere citando una parte del documento finale della Cop28, nel quale tutti i Paesi riconoscono la necessità di “riduzioni profonde, rapide e durature delle emissioni di gas serra” e invita le parti ad “abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico, in modo da raggiungere le emissioni zero entro il 2050 in linea con la scienza».

Ma cosa c’è di diverso rispetto al passato?
«È la prima volta che in una dichiarazione finale della Cop le parti si impegnano ad abbandonare i combustibili fossili puntando sulla neutralità tecnologica e aprendo ai biocarburanti. La dichiarazione invita infine tutti i Paesi, anche se con tempi diversi, in linea con le condizioni di ogni Stato, a triplicare la capacità di rinnovabili e a duplicare gli sforzi per l’efficienza energetica. Tutti obiettivi in linea con quanto previsto dal nostro Piano Nazionale integrato per l’energia e il clima e che quindi l’Italia centrerà pienamente».

Il nodo più difficile da risolvere?
«Mettere a terra, concretizzare, vigilare sulla realizzazione di tutto l’impianto normativo impostato nel 2023 e che davvero cambierà il volto del Paese. Abbiamo chiuso la fase del cosiddetto ambientalismo ideologico che ha fatto per anni del ministero dell’Ambiente un luogo di blocco di quel processo di innovazione tecnologica e rivoluzione ambientale che, insieme alla decarbonizzazione, rappresenta la grande sfida della nostra epoca. Il nostro obiettivo è quello di contrastare il cambiamento climatico e sostenere le future generazioni in una prospettiva di sviluppo sostenibile».

Ultima domanda sul nucleare. Anche qui siamo vicini ad una svolta dopo un lungo periodo di immobilismo e di veti ideologici?
«Abbiamo convocato la Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile. L’obiettivo è di tenere l’Italia nel campo della ricerca e della sperimentazione. Tra 8/10 anni avremo i primi small modular reactor. Non parliamo di nuove centrali nucleari ma di piccoli reattori modulari capaci di produrre fino a 500 megawatt di potenza elettrica. Il fine ultimo è la decarbonizzazione e il nucleare come il gas sono stati inseriti nell’elenco della Tassonomia europea delle attività economiche considerate sostenibili».
 

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