Nel 2019 la banca ha avuto una performance positiva in tutti i settori, mantenendo sempre un profilo alto dal fronte della sostenibilità. Il 46% del risultato lordo arriva dall'area della gestione patrimoniale (Wealth Management), anche grazie al rafforzamento in Cina e il lancio della Fideuram cinese (Yi Tsai). Gli altri proventi arrivano per il 31% dal corporate and investment banking ed il 27% dalla divisione della banca dei territori. Dal conto economico emerge una crescita dei proventi operativi dell'1,5%, una riduzione dei costi del 2,1%. Più nel dettaglio emerge come gli interessi si sono attestati a 7 miliardi di euro e le commissioni nette sono pari a 7,96 (+0,1%). Nel solo quarto trimestre, ad esempio, le commissione hanno avuto un balzo del 10,2% attestandosi a 2,17 miliardi. I numeri del 2019 rendono «orgoglioso» Carlo Messina per il «lavoro svolto». Si tratta di risultati che consentono a Intesa Sanpaolo di «collocarsi tra le banche europee più solide e profittevoli». Cà de Sass può contare inoltre su una solida patrimonializzazione con un Cet1 ratio pro-forma pari al 14,1%, livello «top tra le maggiori banche europee».
Di particolare rilevanza è anche la riduzione dei crediti deteriorati con una contrazione di 6 miliardi nel 2019 e circa
34 miliardi dal 2015. In questo modo è stato «già conseguito l'83% dell'obiettivo di riduzione dei crediti deteriorati
2018-2021, senza costi per gli azionisti». Da Intesa Sanpaolo arriva anche il sostegno all'economia reale con circa 58 miliardi di nuovo credito a medio e lungo termine. Sulla sostenibilità e responsabilità sociale e culturale sono state attivate iniziative per la riduzione della povertà infantile e il supporto alle persone in difficoltà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA