«Basta uomini soli al comando», commenta il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, sottolineando che la riforma dell'Inps con la ricostituzione del cda «punta a ridare la giusta collegialità» all'Istituto. La partita nel governo era rimasta aperta dopo il "no" di Mauro Nori, in un primo momento candidato della Lega per la presidenza, a ricoprire il ruolo di vice: soluzione sfumata perché lo stesso ex direttore generale dell'Inps non sarebbe stato disponibile ad accettare l'incarico da numero due. In mattinata il vicepremier Matteo Salvini aveva glissato dicendo di non stare seguendo la vicenda. In serata, l'accordo definito. Sulla necessità di fare presto e bene incalzano i sindacati e lo stesso Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps, composto attualmente da 22 membri che rappresentano le forze sociali e che ha il compito di fissare gli obiettivi strategici e di approvare i bilanci.
Il mandato di Boeri è scaduto sabato scorso, 16 febbraio, e il nome del suo successore sarebbe già dovuto arrivare, ha premesso il presidente del Civ, Guglielmo Loy. «Immediatamente va fatta l'indicazione del presidente e in via transitoria del commissario, come prevede il decreto. È importante che facciano presto e bene», ha sostenuto. È «necessario dare stabilità all'Istituto. Qualsiasi decisione oltre l'ordinaria amministrazione necessita di una figura che abbia responsabilità legale oltre che politica», ha detto ancora Loy: «Che ci sia un'armonia tra una figura più teorica ed una più tecnica potrebbe non essere male».
Sull'ordinaria amministrazione, ha rimarcato il direttore generale dell'Inps, Gabriella Di Michele, escludendo subito che potesse essere il commissario («Ho già molto da fare in questo periodo come direttore»), l'Inps «andrà avanti tranquillamente», come sta facendo con le domande ed i conteggi per Quota 100 anche se con «difficoltà maggiori» per i dipendenti pubblici, ma certo per «gli interventi strategici aspettiamo i nuovi vertici». Al di là dei nomi, per l'istituzione della figura del vicepresidente, che «già c'è stata negli anni di Sassi», ha ricordato il dg, basta un emendamento al cosiddetto decretone e poi «il regolamento d'organizzazione» dell'Inps «andrà rivisto». E quindi si darà il via alla nuova organizzazione.
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