Dati che comunque confermano la crescita tendenziale dei prezzi sui massimi dagli anni Ottanta e che allineano l'inflazione italiana alla media europea.
In base all'Osservatorio Nazionale Federconsumatori gli aggravi ammonteranno a +2.634,40 euro annui a famiglia, di cui +638,40 euro annui solo nel settore alimentare. Per questo si ritiene indispensabile l'avvio di una profonda revisione e riforma delle aliquote IVA, che genererebbe un risparmio annuo di 531,57 euro a famiglia (quella media di 2,5 componenti).
Unione Nazionale Consumatori stila anche una classifica delle città "più care", segnalando Bolzano (+10,8%), la seconda più alta d'Italia, ex aequo con Palermo, e quantificando la maggior spesa a 2.870 euro su base annua. Al secondo posto Trento (+10,4%) ex aequo con Ravenna, per un incremento di spesa annuo pari a 2.722 euro per una famiglia media. Al quarto posto Milano (+9,2%, +2.498 euro), poi Bologna (+10%, 2.495 euro), Brescia (+8,8%, 2.320 euro). La città più virtuosa è Campobasso, con un'inflazione del 7,7% e una spesa aggiuntiva per una famiglia tipo pari a "solo" 1.410 euro.
In testa alla classifica delle regioni più "costose" con un'inflazione annua a +10,5% il Trentino, che registra a famiglia un aggravio medio pari a 2.728 euro su base annua. Segue l'Emilia Romagna, dove la crescita dei prezzi del 9,2% implica un'impennata del costo della vita pari a 2.188 euro, terza la Lombardia, +8,4%, con un rincaro annuo di 2.183 euro. La regione più risparmiosa è il Molise, +7,7%, pari a 1.410 euro.
"Una Caporetto per le famiglie! Una catastrofe annunciata. Da un anno chiediamo di rimuovere le cause principali dell'inflazione, ossia i prezzi impazziti di luce e gas che oramai tutte le imprese hanno traslato sui prezzi finali destinati ai consumatori, ma nulla è stato fatto, dal tetto del gas al disaccoppiamento tra prezzo della luce e gas", afferma UNC, sollecitando anche un rinvio del mercato libero del gas e della luce ed una ripetizione del bonus di 200 euro per i redditi sotto i 35 mila euro, che porterebbe il totale a 600 euro a compensazione almeno degli aumento di cibo e bevande.
Assoutenti ha calcolato che l'inflazione nel 2022 costerà complessivamente agli italiani la maxi-cifra di 56,7 miliardi di euro.
"I prezzi hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi 39 anni, e le previsioni per i prossimi mesi sono addirittura peggiori", spiega il presidente Furio Truzzi, avvertendo che "una consistente fetta di popolazione sarà spinta verso la soglia di povertà, e ci saranno ripercussioni immediate sul fronte dei consumi, che solo per gli alimentari registrano oggi un crollo per oltre 5 miliardi di euro".
"Siamo di fronte ad uno tsunami economico senza precedenti, e la crescita dei prezzi al dettaglio è destinata purtroppo ad aggravarsi nelle prossime settimane", conclude Codacons, secondo cui "il nuovo Governo deve correre ai ripari disponendo subito il taglio dell'Iva sugli alimentari e sui generi di prima necessità, in modo da alleggerire la spesa delle famiglie e contenere gli effetti disastrosi dell'inflazione, e disporre un 'condono' per i 5 milioni d italiani che, a causa della crisi in atto, non sono riusciti a pagare le bollette e rischiano di vedersi interrompere le forniture".
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