CONTE TER O PACE CON RENZI - I vertici Dem ribadiscono il no al rientro di IV nella maggioranza, ma aumentano i parlamentari Pd che non sono disposti a "morire per Conte" che resiste e cerca di evitare dimissioni e reincarico per un Conte ter, ipotesi però che prende quota non potendo contare sull'arrivo in tempi stretti di nuovi "volenterosi". "Ho fatto quello che potevo - dice in una intervista a la Repubblica Bruno Tabacci, presidente di Centro Democratico e tra i principali promotori dei "costruttori" - ma i numeri restano incerti e a questo Paese non serve una maggioranza raccogliticcia. A Conte ho suggerito un gesto di chiarezza: dimettersi per formare un nuovo governo. E se non ci riesce, si va al voto. Per vincere".
I margini si fanno sempre più stretti. "Noi un governo con i sovranisti non lo faremo mai, non possiamo farlo per tutelare l'Italia e la posizione italiana in Europa. Con Fi è diverso, ma la domanda va fatta a loro, sono loro che sono alleati con i sovranisti", dice il Ministro Boccia a SkyTg24 ribadendo "che non è possibile pensare ad un governo con tutti dentro in quanto "ci sono cose su cui non si media". E su Renzi: "Possiamo confrontarci in qualsiasi momento, non è questo il nodo. Il problema di fondo e non farlo con un ricatto come condizione. Non è accettabile e non è accettabile facendolo ritirando i ministri". "Siamo in Parlamento ed è lì che si può sempre trovare una soluzione".
Il tempo sta per scadere. "O nei prossimi giorni si trova la maggioranza, altrimenti sono il primo a dire che stiamo scivolando verso il voto", ammette anche il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Mezz'ora in più su Rai3. "Solo che in tempi normali si poteva votare anche ogni anno, in questi tempi ci giochiamo Recovery, vaccini e futuro della ripresa economica", ha aggiunto.
MINA GIUSTIZIA - Lo stallo però potrebbe saltare presto, già mercoledì sulla relazione del ministro Bonafede alle Camere, con il Governo che rischia di andare sotto, tanto che si ipotizza uno slittamento a giovedì per guadagnare tempo. I pentastellati, intanto, fanno quadrato attorno al ministro. "Il lavoro del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per migliorare e riformare il campo della giustizia è sotto gli occhi di tutti. Il Paese sta attraversando un momento complicato, ma anche in questo difficile anno, dove i tribunali sono rimasti chiusi a causa della pandemia, la giustizia non si è mai fermata ed è stato portato avanti un grande lavoro per aumentare notevolmente la digitalizzazione del processo". Così in una nota di deputati e le deputate del MoVimento 5 Stelle, componenti della commissione Giustizia della Camera. "Ci sembra alquanto paradossale quindi, minacciare di non votare la relazione annuale sullo stato della giustizia, senza nemmeno averla ascoltata".
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