Accelerare la lotta all’evasione, in particolare quella sull’Iva: questo l’obiettivo dell’obbligo di fatturazione elettronica che scatta da domani primo luglio per tutte le partite Iva con ricavi nel 2021 superiori ai 25.000 euro. L’obbligo riguarda sia chi è nel regime dei forfettari e che chi è nei vecchi minimi. Una platea di 800mila contribuenti. L’obiettivo è accelerare il recupero dell’evasione Iva. Previste multe salate, a partire da 500 euro, per chi non si adeguerà.
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LA PLATEA
In un primo momento, dal primo luglio, l’obbligo di fattura elettronica riguarda tutte le partite Iva che nel 2021 hanno dichiarato ricavi o compensi superiori ai 25.000 euro.
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LE MULTE
Previste multe salate per chi, pur rientrando nella categoria degli obbligati, non si adegua: dal 90 all’180% dell’imposta (con un minimo di 500 euro) in caso di fattura o registrazione omessa, tardiva o errata, e dai 250 ai 2mila euro in caso di violazioni che non rilevano ai fini della determinazione del reddito. Per il terzo trimestre, da luglio a settembre 2022, comunque è previsto una sorta di periodo di transizione, con termini più ampi: anziché i 12 giorni prescritti per la fattura ordinaria, la fattura eletttonica può essere caricata entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione.
COME FARE LA FATTURA ELETTRONICA
L’Agenzia delle Entrate offre sul suo sito gratuitamente una serie di servizi per predisporre, trasmettere, consultare e conservare le fatture. è sufficiente avere a disposizione un Pc, un tablet o anche uno smartphone dove scaricare il software e collegarsi al sistema di interscambio Sdi gestito dall’Agenzia delle Entrate. In alternativa ci si può dotare di uno dei tanti software offerti da società private, oppure rivolgersi al commercialista di fiducia.
GLI ESENTI
Per quest’anno e per il prossimo possono utilizzare le fatture cartacee le partita Iva che nel 2021 hanno dichiarato ricavi sotto i 25.000 euro l’anno. Per questi soggetti, l’obbligo di fatturazione elettronica tramite il Sistema di Interscambio scatterà infatti a partire dal 1° gennaio 2024. È bene però verificare di avere i requisiti, visto che nel caso di controllo l’onere della prova ricade sul contribuente. Ai fini della verifica le partite Iva che nel 2021 già si trovavano in regime forfettario e quelle che applicavano il regime di contabilità semplificata devono utilizzare il criterio di cassa e, quindi, guardare ai ricavi/compensi percepiti. Le partite Iva che applicavano il regime ordinario devono riscontrare l’importo dei 25mila euro applicando il principio di competenza. Nel caso in cui si esercitano più attività (con codici Ateco diversi) si deve considerare la somma dei ricavi e dei compensi relativi a tutte le attività. Chi ha avviato l’attività dal 1° gennaio 2022, non avendo conseguito ricavi/percepito compensi nel 2021, può comunque far slittare l’adozione della fattura elettronica al 2024.
I BENEFICI
Lo scopo della fatturazione elettronica è quello di una maggiore tracciabilità delle operazioni e quindi di scoprire più facilmente i furbetti. Ci sono però anche dei benefici. In particolare il termine di decadenza per gli accertamenti, che normalmente è il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione, è ridotto di due anni per tutte le partite Iva che utilizzano la fatturazione elettronica.