Energia, ricerca Srm-Intesa Sanpaolo: la guerra pesa sugli approvvigionamenti, in Ue il gas russo scende al 6%

Energia, ricerca Srm-Intesa Sanpaolo: la guerra pesa sugli approvvigionamenti, in Ue il gas russo scende al 6%
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 16:14 - Ultimo aggiornamento: 17:03

È in corso da ormai un ventennio una modifica del mix europeo di produzione di energia elettrica. In Europa l'uso del carbone è diminuito dal 31% al 16% mentre è aumentata in maniera significativa la quota del gas naturale dal 12% al 20%. È quanto emerge dal quinto rapporto Med & Italian Energy Report, realizzato dal Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, e l'Esl Energy Center del Politecnico di Torino. I dati sono stati presentati oggi a Burxelles nel corso di una iniziativa al Parlamento europeo. Dominano, secondo i dati del rapporto, le energie rinnovabili, passate dal 15% al 38%. Ci si aspetta un ritmo di espansione dell'elettricità da rinnovabili più che doppio entro il 2027.

Il mix

Nell'arco dell'ultimo ventennio anche l'Italia ha aumentato in modo significativo l'uso del gas e delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica, che ora sono i due modi più importanti per produrre elettricità coprendo rispettivamente il 54% ed il 35% del mix elettrico. Tra gli altri paesi: la Spagna presenta un mix più equilibrato, seppure con un maggiore peso delle rinnovabili che arrivano al 41% del totale; la Germania è il Paese con il più alto utilizzo di carbone (31% del totale), anche se in forte riduzione. In Francia il mix energetico è dominato dal nucleare (63% del totale). 

Le importazioni

Il rapporto evidenzia poi che la guerra in Europa con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha creato turbolenze geopolitiche impattando sulla sicurezza degli approvvigionamenti e la nuova crisi in Medio Oriente, seppur per ora con poche conseguenze dirette sul mercato dell'energia, pone interrogativi sulla stabilità di un'area cruciale. Nell'ambito di questo scenario è cambiato l'ordine di priorità tra i tre principali attributi dei sistemi energetici. Le importazioni di gas dalla Russia erano il 41,1% per l'Europa pre-guerra (2021), sono scese al 10% nel 2022 e scese ancora al 6% nei primi 9 mesi del 2023.

Il gas naturale liquefatto

Sta crescendo il ruolo del gas naturale liquefatto. Nell'Ue, l'importazione di gnl è aumentata da 80,5 Gmc nel 2021 a 132,8 Gmc nel 2022, e ha già raggiunto i 100,2 Gmc nei primi nove mesi del 2023. Le importazioni di Gnl hanno visto una crescita delle forniture in particolar modo da Usa e Algeria che sono passati tra il 2021 ed il 2023 rispettivamente da 26% a 30% e da 11% a 15%.

I gasdotti

L'Italia è l'emblema di questo cambiamento perché le importazioni di gas russo dal gasdotto Tag che arriva a Tarvisio si sono ridotte dal 28,4% del 2020 al 2,4% dei primi 10 mesi del 2023.

Mentre le importazioni di gas dall'Algeria attraverso il gasdotto Transmed che arriva a Mazzara del Vallo sono aumentate dal 12% del 2020 al 20,2% dei primi 10 mesi del 2023. Un vero e proprio effetto sostituzione Algeria-Russia. Che è stato anche uno «spostamento del baricentro energetico da Est a Sus ridando centralità al Mediterraneo», spiega la ricerca.

I grandi consumatori

Nell'uso dell'energia l'Europa è poi molto più efficiente rispetto a Cina e Stati Uniti. Le due grandi potenze rivali, con Unione Europea e India, inoltre, rimangono tra i maggiori consumatori di energia mondiale con una percentuale pari al 58%. In particolare Cina e Usa il 26% e il 16%, Ue 10%, India 6%. Tra le grandi regioni del mondo, l'Europa è l'area con il maggior grado di dipendenza energetica (55,5% dei consumi energetici dipendono da importazioni) mentre questo dato scende al 20% per la Cina ed è nullo per gli Stati Uniti che sono totalmente autosufficienti nella produzione rispetto al fabbisogno energetico. All'interno del panorama europeo l'Italia è il Paese con il maggior grado di dipendenza energetica pari al 73,5%, la Francia invece - che usa il nucleare- è il Paese con il minor grado di dipendenza pari al 44,2%.

Le materie prime

​Il rapporto si sofferma anche sulle materie prime. Le tecnologie verdi richiedono quantita significative di materie prime critiche (Crm, Critical Raw Materials): ad esempio, le tecnologie solari fotovoltaiche richiedono grandi quantita di rame; le turbine eoliche fanno affidamento su rame, terre rare, manganese e nichel; le batterie agli ioni di litio utilizzano tutti le materie prime critiche ad eccezione del platino e delle terre rare; i motori elettrici utilizzano rame e terre rare. La produzione di un impianto eolico offshore o di un impianto solare richiede altissime quantita di rame rispetto (ad esempio) a quelle necessarie per un impianto di estrazione del gas. Un’auto elettrica contiene in media 207 chili di minerali vari, tra cui grafite, rame, cobalto, nickel, terre rare, litio e manganese (usati per la costruzione delle parti elettriche ed elettroniche) contro i 33,6 chili di un’auto tradizionale: 6 volte la quantita di minerali usati per un’auto tradizionale.

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