​Fisco, metà degli italiani non dichiara redditi e non paga le tasse: in 9 milioni sotto i 7.500 euro all'anno

L’Irpef pesa per due terzi del totale sulle spalle del 13% dei contribuenti

Fisco, metà degli italiani non dichiara redditi e non paga le tasse: in 9 milioni sotto i 7.500 euro all'anno
di Francesco Bisozzi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Novembre 2023, 21:35 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 12:05

La metà degli italiani non dichiara redditi e non paga le tasse. Mentre circa il 13 per cento si fa carico da solo di due terzi dell’Irpef. L’imposta sui redditi delle persone fisiche ha portato nelle casse dell’erario 175,17 miliardi di euro nel 2021, in crescita rispetto ai 164,36 miliardi del 2020 e ai 172,56 miliardi del 2019, a fronte di 894 miliardi di euro di redditi dichiarati ai fini Irpef. A fare il punto è un report del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, presieduto da Alberto Brambilla. 

La dichiarazione dei redditi

Su 59 milioni di cittadini residenti, i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi nel 2022 sono stati 41 milioni e mezzo. Quelli che hanno versato almeno 1 euro di Irpef sono stati invece poco più di 31 milioni. Risultato? «L’Italia è un Paese di poveri perché se solo 31,3 milioni di cittadini su 59,2 milioni di residenti hanno presentato per il 2021 una dichiarazione dei redditi positiva, significa che il 47% degli italiani non ha redditi e di conseguenza vive a carico di qualcuno, percentuale rilevante e atipica per una nazione del G7», evidenzia lo studio di Itinerari Previdenziali.
I dichiaranti che denunciano un reddito nullo o negativo nel 2021, si legge sempre nel report, sono 1.022.416, a cui si sommano quelli che dichiarano redditi fino a 7.500 euro lordi l’anno, pari a 8.832.792.

Questi contribuenti con redditi fino a 7.500 euro pagano in media 26 euro di Irpef l’anno (erano 22 nel 2020) e quindi sono totalmente a carico della collettività. Infine, oltre il 40% delle dichiarazioni al fisco viaggia sotto la soglia dei 15mila euro. 

Le differenze

Il Centro studi, a ogni modo, rileva che sono diminuiti i contribuenti con redditi fino a 20.000 euro lordi, a differenza di quelli di tutti gli altri scaglioni di reddito che invece sono risultati in crescita. Questo ha fatto sì che il carico fiscale si sia alleggerito in valori assoluti per i dichiaranti fino a 20.000 euro e sia aumentato per i rimanenti. Il gettito Irpef è utilizzato per far fronte a una parte consistente della spesa per il welfare. Nel 2021 il gettito per l’Irpef ordinaria ha raggiunto i 157 miliardi (dai 147 del 2020), pari all’89,63% del totale. L’addizionale regionale ha prodotto 12,83 miliardi, il 7,32% del gettito complessivo, e altri 5,35 miliardi sono arrivati dall’addizionale comunale. È interessante notare poi che rimane accentuato il divario tra le regioni italiane sul fronte del versamento dell’imposta. Il Nord contribuisce per più di 100 miliardi (da qui arriva il 57% circa del gettito totale). Il Centro si ferma a 38,2 miliardi (21,83% del totale) e il Sud non si spinge al di là dei 36,3 miliardi. Il rapporto di Itinerari Previdenziali spiega: «Il divario tra Nord, Sud e in parte il Centro, che beneficia con il Lazio di tutte le attività accentrate dello Stato, nonostante oltre 50 anni di politiche di sostegno resta stabile, il che evidenzia tutte le criticità e le insufficienze nella capacità di finanziamento del welfare e, più in generale, della spesa pubblica per queste regioni». La Lombardia, con poco meno di 10 milioni di abitanti, versa 40,3 miliardi, quindi più dei 36,3 miliardi dell’intero Sud, che però ha il doppio della popolazione. Al secondo posto il Lazio con venti miliardi di Irpef pagata. A livello regionale, il versamento pro capite per contribuente vede in testa il Lazio con 6.867 euro. Seguono la Lombardia con 6.837 euro, la provincia autonoma di Bolzano con 6.080 euro, le altre regioni del Nord e la Toscana con più di 5.000 euro circa. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA