Coronavirus, spinta allo smartworking ma in Italia si ferma al 2%

Coronavirus, spinta allo smartworking ma in Italia si ferma al 2%
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Lunedì 2 Marzo 2020, 16:04
Coronavirus, continua l'epidemia e cambiano i modi di lavorare. Molte aziende, soprattutto quelle che si trovano nelle aree maggiormente colpite, stanno adottando o hanno già adottato nei giorni scorsi forme di smart working. 

Virus a parte, il telelavoro o il «lavoro agile», potrebbe interessare un buona parte della popolazione italiana. Secondo i dati più recenti di Eurostat, i lavoratori dipendenti potenzialmente occupabili nello smart working (manager e quadri, professionisti, tecnici e impiegati d’ufficio) sono 8 milioni e 359 mila. Se a un terzo di questi fosse concessa la possibilità di lavorare saltuariamente o stabilmente in modalità «agile», si raggiungerebbero i 2 milioni e 758 mila. Questa modalità di lavoro è largamente diffusa in Europa, ma ancora molto poco in Italia. Sempre secondo i dati nel 2018 solo l’11,6% dei lavoratori europei alle dipendenze d’imprese o organizzazioni pubbliche praticava smart working, lavorando da casa saltuariamente (8,7%) o stabilmente (2,9%), grazie alle opportunità messe a disposizione dalle nuove tecnologie.
 
In Italia la percentuale si ferma al 2% (solo 354 mila lavoratori dipendenti), risultando non solo la più bassa d’Europa (poco sopra Cipro e Montenegro), ma anche la più distante da Paesi come Regno Unito (20,2%), Francia (16,6%) o Germania (8,6%). Per non parlare di quelli del Nord Europa, dove la quota di lavoratori che possono lavorare da casa anche con flessibilità oraria sale al 31% in Svezia e Olanda, 27% circa in Islanda e Lussemburgo, 25% in Danimarca e Finlandia. La paura del contagio da Covid 19 potrebbe rappresentare quindi un'opportunità per diffondere di più questa forma di lavoro che ha indubbi vantaggi sia per i dipendenti che per le aziende.

I lavoratori, oltre a guadagnarci in termini di qualità della vita, secondo un'analisi di Variazioni, società di work-life balance, ottengono dal lavoro agile un guadagno economico che ammonta a una busta paga l’anno, circa 1.300 euro. Il rispamio, inoltre, si misura anche in chilometri: un lavoratore in media risparmierebbe 62 chilometri al giorno per gli spostamenti, 2.400 chilometri all’anno, oltre ad evitare un impatto ambientale di 270 chili di CO2 nell’aria. Ci guadagna anche l'azienda, che sempre secondo i dati di Variazioni, potrebbe risparmiare oltre i 200mila euro all'anno tra buoni pasto e indenittà di trasferta. E aumenta la produttività con lo smart working: più del 95% dei dirigenti ha dichiarato che lavorando da casa i dipendenti hanno raggiunto tutti gli obiettivi. 

«Smart working significa lavoro flessibile indipendentemente dal luogo in cui ci si trova. Da casa o dalla spiaggia, il lavoratore deve essere in grado di chiamare, chattare, condividere documenti e avviare videoconferenze così come fosse in ufficio. Non cambiano le azioni, cambia solo il luogo di lavoro - osserva Steve Osler esperto in tecnologie per il lavoro agile e amministratore delegato della società di telecomunicazioni Wildix -. Ciò a patto di scegliere gli strumenti tecnologici per realizzare tutto questo in totale sicurezza. Lo smart working è considerato anche il più efficace incentivo non economico quando si tratta di attrarre e trattenere talenti. E la soddisfazione dei dipendenti che lavorano da remoto cresce, perché con più flessibilità è più facile gestire lavoro e famiglia». 

«Nel momento in cui il lavoro non é più un luogo verso cui recarsi, ma qualche cosa da fare, risulta di estrema importanza la possibilità di utilizzare strumenti di comunicazione professionali, che rispondano a esigenze moderne e che risolvano gli impedimenti che ci separano dal raggiungimento degli obiettivi di produttività - commenta Luca Barbarossa di Jabra, società specializzata in dispositivi audio per le comunicazioni -. È essenziale poter contare su tecnologie e prodotti che permettano, allo stesso tempo, di potersi concentrare, isolandosi dai rumori esterni, di poter collaborare e comunicare con colleghi, clienti e fornitori, in modo chiaro e immediato, e, non meno importante, di poter fare tutto ciò in modo semplice e flessibile.  Quest’ultimo aspetto prende in profonda considerazione la compatibilità e l’integrazione dei dispositivi di comunicazione all’interno del sistema, che si alimenta sull’interazione di apparecchiature e software di diversa provenienza», 

 
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