E' la fotografia scattata dall'Ufficio studi della CGIA di Mestre secondo cui, negli ultimi 10 anni, la spesa delle famiglie meridionali è crollata di 170 euro (-7,7 per cento): era pari a 2.212 euro nel 2007 ed è scesa a 2.042 euro un decennio dopo.
Il calo dei consumi, purtroppo, ha provocato degli effetti molto negativi anche sui fatturati delle piccole attività commerciali e artigianali.
"I negozi di prossimità e le botteghe artigiane - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - vivono quasi esclusivamente dei consumi delle famiglie e sebbene negli ultimi anni i consumi siano tornati lentamente a salire, i benefici di questa ripresa hanno interessato quasi esclusivamente la grande distribuzione organizzata. Dal 2007 al 2018, ad esempio, il valore delle vendite al dettaglio nell'artigianato e i nei piccoli negozi di vicinato è crollato del 14,5 per cento; nella grande distribuzione, invece, è aumentato del 6,5 per cento".
"Con le tasse in aumento e con una platea di servizi erogati dal pubblico che negli ultimi anni è diminuita sia in qualità sia in quantità – segnala il segretario Renato Mason – si sono sacrificati i consumi e gli investimenti. Inoltre, è diventato sempre più difficile fare impresa e redistribuire la ricchezza. Alle piccole e piccolissime imprese, in particolar modo, il calo dei consumi delle famiglie ha creato non pochi problemi finanziari, costringendo molte partite Iva a chiudere i battenti".
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