Centri estivi, rincari anche oltre il 30%. Ecco le linee guida per la partenza dal 15 giugno

Laboratorio per bambini
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Domenica 14 Giugno 2020, 17:47 - Ultimo aggiornamento: 19:52

Il 15 giugno partono i centri estivi in tutta Italia, salvo qualche eccezione, come in Emilia Romagna dove i servizi dedicati alle famiglie partiranno il 22 giugno. Tra le misure messe in campo fal governo c'è anche un aiuto per sostenere questa spesa visto che ormai anche la didattica a distanza ha chiuso i battenti. Chi non utilizzerà il bonus baby sitter avrà fino a 1.200 euro a disposizione per coprire le spese dei centri estivi. Ma è già polemica sul caro-prezzi. Sono molte le segnalazioni arrivate di prezzi ritoccati al rialzo rispetto all'anno scorso, fino al 30%. Certo, era prevedibile qualche incrementi considerati i paletti imposti dall'emergenza Covid non ancora del tutto alle spalle, a partire dalla necessità di dividere i bambini in piccoli gruppi, ma il 30% sembra davvero troppo.


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A lanciare l'allarme sono le associazioni dei consumatori.

«I provvedimenti del Governo a sostegno delle famiglie con figli minori fino a 12 anni, che prevedono l’erogazione di un bonus fino a 1200 euro per centri estivi o altri centri ricreativi per ragazzi, avverte Federconsumatori, «rischia di essere totalmente assorbito dall’aumento dei costi di tali servizi che arriva, in molti casi, ad una maggiorazione di oltre il 30%». In questo modo, aggiunge, «non si determina alcuna diminuzione della spesa per famiglie già provate dalla grave crisi economica a seguito della pandemia e ogni beneficio a loro vantaggio viene annullato da una politica spregiudicata dei prezzi. Comprendiamo che possa avvenire un ritocco minimo, determinato dai maggiori costi per assicurare le condizioni di sicurezza dall’infezione Covid-19, ma non sono giustificati aumenti che, stando alle prime segnalazioni, possono arrivare oltre il 30%». Dl resto i numeri, i numeri parlano chiaro. Dal consueto monitoraggio effettuato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori emerge come, nel 2019, la spesa media per l’iscrizione di un ragazzo al centro estivo privato era di 672 Euro al mese, oggi tale spesa può arrivare anche oltre 860 Euro al mese. «Si tratta di manovre speculative, tese a lucrare ed assorbire il bonus. Così la misura rivolta alle famiglie si trasforma in una misura di sostegno ai centri – afferma Emilio Viafora, presidente di Federconsumatori. «Facciamo appello al governo perché intervenga per evitare che gli aiuti varati vengano così annullati, bensì vadano realmente alle famiglie». Si tratta, infatti, di una misura fondamentale, specialmente in questa fase delicata, per assicurare a tutti la possibilità di coniugare il lavoro con l’accudimento dei minori. Se si vuole sostenere i centri lo si faccia con un provvedimento specifico e non si permetta che ciò avvenga in modo surrettizio».

LE LINEE GUIDA
Le linee guida per i centri estivi non prevedono solo mascherine per bambini e ragazzi sopra i 6 anni di età e per tutto il personale nei campi estivi e in generale nei luoghi interessati dai servizi dell’infanzia e adolescenza.  Si raccomanda anche un’organizzazione dei centri che eviti gli assembramenti di genitori e accompagnatori e di favorire la differenziazione dei percorsi all’interno delle strutture, con particolare attenzione alle zone di ingresso e uscita delle aree comuni. Non è prevista, inoltre, approvazione della proposta organizzativa dei centri da parte delle Aziende Sanitarie Locali. Né certificazioni dello stato di salute da parte del pediatra per l’ammissione al centro.

Nei centri è prevista anche la rilevazione quotidiana della temperatura corporea per tutti gli operatori, bambini, genitori/accompagnatori. Stessa dinamica nei campi estivi e in caso di T>37.5 °C il soggetto dovrà essere isolato rispetto agli altri bambini e personale, assistere il malato utilizzando idonei dispositivi di protezione, attivandosi per una valutazione medica e il rientro presso il proprio domicilio in accordo con il genitori.

Quanto all'organizzazione dei centri, è necessario prevedere un rapporto tra personale e minori di 1:5 per bambini da 0 a 5 anni, di 1:7 per bambini da 6 a 11 anni e di 1:10 per ragazzi da 12 a 17 anni. Vale anche per i campi estivi. La composizione dei gruppi di bambini deve essere il più possibile stabile nel tempo e dovranno essere evitate attività di intersezione tra gruppi diversi, mantenendo, inoltre, lo stesso personale a contatto con lo stesso gruppo di minori.

Nei campi estivi, le camere devono consentire il rispetto della distanza di almeno 1,5 m tra i letti. Le camerate per il pernottamento non possono prevedere un numero di bambini superiore a quello previsto dalla composizione dei gruppi stessi e non possono essere condivise da gruppi diversi. Per quanto riguarda i bagni, ad uso collettivo, si raccomanda di prevedere un’organizzazione anche su turni in base agli spazi. Gli spazi per il pasto devono prevedere tavoli disposti in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra le persone (ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale).

A parte i dispenser di prodotti igienizzanti in diversi punti, per bambini e ragazzi devono essere promosse le misure igienico-comportamentali con modalità anche ludiche, compatibilmente con l’età e con il loro grado di autonomia e consapevolezza. I giochi dovranno essere ad utilizzo esclusivo di un singolo gruppo, salvo disinfezione prima dello scambio. Le linee guida suggeriscono infine di garantire una approfondita pulizia giornaliera degli ambienti e favorire il ricambio d’aria negli ambienti interni.

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