È quanto emerge da una lettera della Commissione indirizzata al governo di Lussemburgo in cui vengono spiegate le ragioni per cui lo scorso 11 giugno è stata aperta un'inchiesta sulle intese fiscali anticipate tra il Paese del Benelux e Fiat Finance and Trade, relative alla fissazione dei prezzi di trasferimento per le transazioni all'interno del gruppo ai fini dell'imposizione fiscale.«Nel contesto attuale è particolarmente importante che le grandi multinazionali paghino la loro giusta quota di tasse», aveva dichiarato il commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia in una nota diffusa proprio l'11 giugno scorso.
A giugno Fiat Finance and Trade, che svolge attività di cash management e tesoreria per il Lingotto da più di quindici anni, si era detta sorpresa riguardo alla decisione di avviare un procedimento formale. «Il tax ruling in questione è stato richiesto per chiarire le regole di transfer-pricing da applicare nelle nostre attività di finanziamento a società controllate o collegate di Fiat Spa nel mondo», avevano anche spiegato i vertici di Fiat Finance and Trade. La Commissione ha ordinato al Lussemburgo di fornire entro un mese un maggior numero di documenti per consentire ai funzionari Ue di avere un quadro del caso più completo.
L'Antitrust europeo sospetta che gli accordi tra le autorità fiscali lussemburghesi e il braccio finanziario del Lingotto possano aver condotto a un trattamento fiscale di maggior favore per la società, il che costituirebbe un aiuto al funzionamento di quest'ultima. Il Lingotto ora rischia di dover restituire i benefici di cui avrebbe goduto fino ad oggi. Altre due inchieste su accordi simili sono state avviate dall'Ue: tremano Apple (Irlanda) e Starbucks (Olanda). L'Antitrust europeo ha precisato tuttavia che al momento non è in grado di pronunciarsi né sui tempi né sul contenuto della decisione finale.
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