PIÙ BOT
Se questo è il quadro generale positivo per le entrate, il governo guarda in avanti. Nel terzo trimestre, il ministero dell’Economia conferma «la stabilizzazione del Pil e delle principali componenti della domanda». E ha annunciato un emendamento al disegno di legge di assestamento in discussione al Senato, per poter portare da 80 a 98 miliardi l’emissioni di titoli di Stato quest’anno. L’obiettivo, infatti è di assicurare da un lato «la copertura del maggior fabbisogno che sta emergendo negli ultimi mesi», ma anche di finanziare l’aumento di 7,2 miliardi di pagamento dei debiti Pa previsto dal decreto Imu. Oltre a fare la provvista per «affrontare nei primi mesi del 2014 con una sufficiente liquidità» evitando di mettere sotto pressione le emissioni di inizio d’anno.
REDDITI PRIVATI GIÙ
Guardando alle entrate più nel dettaglio, il gettito Irpef cresce dell'1,1% (+1 miliardo) trainato essenzialmente dagli incrementi delle ritenute sui redditi dei dipendenti pubblici (+3,8%) e dei versamenti in acconto (+2%). Infatti, rispetto al 2012, sono cambiate le scadenze relative alle persone fisiche e il recupero sui versamenti a saldo: nel 2013 sono stati di soli 3 punti percentuali anziché 17 (l’acconto 2013 è del 99% contro il 96% del 2012 che si raffrontava con l’82% del 2011). In lieve flessione le ritenute sui redditi dei dipendenti del settore privato (-0,5%) e dei lavoratori autonomi (-6,0%).
GRANDI IMPRESE
L’Ires presenta una crescita significativa del 12,8% (quasi 2 miliardi in più), anche per effetto «di consistenti versamenti effettuati da parte di grandi contribuenti» sottolinea il Mef. Cresce l'incasso dall’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale pari a +19,2% ( un miliardo in più) e si confermano positivi i prelievi alla fonte con sui redditi di capitale e sulle plusvalenze (+872 milioni), sull’attivo dei fondi pensione (+441 milioni) e sulle riserve matematiche dei rami vita (+841 milioni).
Oltre al calo del gettito Iva (-5% tra gennaio e luglio), diminuisce l’imposta di fabbricazione su benzina e gasolio (-3,4% pari a -445 milioni) a causa del calo dei consumi. Analoga flessione dell’imposta di consumo sul gas metano (-1,5%, pari a -33 milioni).
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