«Abbiamo firmato un accordo importante che premia due mesi di lotta che hanno convinto a una retromarcia gli americani. Il nuovo piano industriale da bollettino di guerra diventa vero piano di rilancio», commenta il leader della Fim Marco Bentivogli.
L'intesa prevede che la multinazionale americana rilanci la produzione italiana delle fabbriche ex Indesit. L'intesa, firmata al termine di un nuovo round al ministero dello Sviluppo economico, chiude un braccio di ferro tra azienda e sindacati lungo 5 mesi, scongiura il rischio licenziamento per gli oltre 2000 lavoratori del gruppo, riassorbe tutti gli esuberi inizialmente previsti, salva i siti di Carinaro, in Campania, e None, in Piemonete, dalla chiusura, assegna ad ogni stabilimento una missione produttiva e soprattutto investe 513 milioni in tre anni.
Già venerdì l'accordo sarà sottoposto al voto di tutti i lavoratori del gruppo. Un impegno, quello di non licenziare fino al 2018, che si accompagna a un piano di esodi e trasferimenti incentivati, a una
ricollocazione e riqualificazione professionale per gli impiegati le cui funzioni vengono trasferite in altra regione; all'utilizzo della cassa integrazione e di contratti di solidarietà.