Pubblica amministrazione, la riforma è legge. Renzi esulta: un abbraccio ai gufi

Pubblica amministrazione, la riforma è legge. Renzi esulta: un abbraccio ai gufi
2 Minuti di Lettura
Martedì 4 Agosto 2015, 12:02 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 09:28
La riforma della Pubblica amministrazione è legge. L'Aula del Senato ha infatti approvato il ddl delega con 145 voti a favore. I contrari sono invece stati 97 e nessun astenuto.



«Un altro tassello: approvata la riforma PA #lavoltabuona un abbraccio agli amici gufi», ha scritto su Twitter il premier Matteo Renzi.



La riforma della Pa è stata tuttavia «salvata» dalle opposizioni che hanno garantito il numero legale al Senato, che era di 150 voti. I sì infatti sono stati 145 e sono stati i 97 «no» a consentire che il provvedimento venisse approvato. Se i contrari non avessero votato, infatti, la riforma oggi non sarebbe passata.



In occasione del primo sì dell'Aula del Senato alla riforma, era il 30 aprile scorso, invece le opposizioni non parteciparono al voto finale (nessun contrario) con l'obiettivo di far saltare il numero legale, che però fu raggiunto, anche se per un solo voto. Allora le opposizioni raccontarono di voler far risaltare le poche presenza nell'Aula di palazzo Madama.



La riforma della Pubblica amministrazione vede dunque il traguardo, anche se fatta la legge si apre la partita più delicata, quella dell'attuazione. Sulla rampa di lancio c'è una batteria di circa venti decreti. I primi arriveranno in Consiglio dei ministri subito dopo la ripresa dalla pausa estiva. Il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, parla di «due pacchetti» in linea di principio: un doppio binario, da una parte tutte le misure antiburocrazia e dall'altra gli interventi volti al dimagrimento della macchina pubblica, basti pensare al taglio delle municipalizzate.



Anche stavolta, fu lo stesso lo scorso anno, la prima settimana d'agosto, con cui si chiude l'attività parlamentare, risulterà cruciale per la Pubblica amministrazione. Nel 2014 diventò legge il decreto Madia, adesso siamo alla delega, che lo stesso ministro ha definito come «il cuore» della riforma. Il testo approvato dall'Aula del Senato è quello uscito dalla Camera, l'esame in commissione a palazzo Madama non ha infatti portato a modifiche.



D'altra parte palazzo Madama aveva già profondamente modificato il ddl in prima lettura (giro di vite sulle assenze, licenziamenti più facili, commissariamento per le partecipate in rosso). Eppure alla Camera le modifiche non sono mancate (abolizione del voto minimo di laurea, un solo libretto per l'auto, stretta sui dirigenti).



Trattandosi di una delega la fase attuativa è quella più attesa. Visti i rimandi contenuti nel testo per Madia il numero di decreti sarà «superiore a 10 ma sotto i 20», da presentare «in due pacchetti». Uno, si può ipotizzare, sotto la testata cittadini e l'altro sotto quella Spending review. Il riordino del pubblico impiego potrebbe arrivare anche con più calma, sottoforma di testo unico.



«Il governo Renzi ha detto no alla creazione di una polizia Ambientale ed al tempo stesso ha depotenziato il Corpo Forestale dello Stato senza toccare gli sprechi clientelari dei forestali nelle Regioni a statuto speciale come in Sicilia. Le ecomafie ringraziano!». Lo dichiara il capogruppo del Movimento 5 Stelle Senato Gianluca Castaldi al termine dell'approvazione della ddl sulla Pubblica amministrazione.