IL COMPITO
Il suo compito sarebbe quello di garantire il rispetto dei piani di investimento sulla rete per accelerare il raggiungimento degli obiettivi europei sulla copertura a banda ultra-larga, ed assicurare ulteriormente la cosiddetta «equivalence of input», ossia l'equo trattamento dei concorrenti di Tim che usano l'infrastruttura, soprattutto in uno scenario di competizione industriale che ha visto l'ingresso di un nuovo operatore, Open Fiber.
Il progetto sarebbe un'evoluzione dell'attuale assetto regolatorio, già considerato una best practise in Europa, che prevede una divisione ad hoc per la rete, appunto Open Access, i cui comportamenti nei confronti dei concorrenti sono verificati da un organismo indipendente, l'Organo di vigilanza che, nel nuovo assetto, potrebbe venir meno. Come ha spiegato lo stesso Genish a dicembre scorso durante un cda, in una scala che rappresenta i vari gradi di separazione della rete e va da 1 a 8, il gruppo sarebbe a livello 5. In Europa un livello più alto è rappresentato dal solo caso inglese. La scommessa è che la societarizzazione comporti un'accelerazione negli investimenti e un miglioramento nella qualità del servizio. Il progetto sarà ora presentato anche al governo. Il prossimo 7 febbraio, in un incontro già programmato, Genish vedrà il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda al quale sottoporrà il dossier. Lo stesso ministro nei giorni scorsi aveva ribadito di auspicare una separazione dell'infrastruttura. Il progetto illustrato all'Authority, insomma, sarebbe un nuovo segnale di pace al governo. Intanto ieri Tim ha spiegato che la nomina di Giuseppe Recchi alla guida di Affidea non comporta nessun cambiamento nella governance della società.
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