Roma, Tortoriello (Unindustria): «Patto prima del voto, la Capitale diventi la priorità»

Filippo Tortoriello
di Simone Canettieri
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Lunedì 15 Gennaio 2018, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 17:55
Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria, i partiti stanno bussando alla sua porta in questa campagna elettorale?
«Come associazione incontreremo tutti, ma a tutti chiederemo la stessa cosa».

Ovvero?
«Un impegno chiaro. Al di là del colore politico, chi domani governerà l'Italia dovrà mettere al centro Roma. Il rilancio della Capitale deve essere un impegno trasversale. Serve un patto forte e con una lunga progettualità».

E cosa chiederete al prossimo Governo per Roma?
«Risorse economiche adeguate rispetto alle altre capitali europee. Ma anche una riforma amministrativa seria della città metropolitana. Ci sono storie paradigmatiche».

Tipo?
«Ostia ha 230 mila abitanti: può essere amministrata con le risorse e i poteri di un normale municipio?».

Per far rialzare Roma serve anche una forte controparte amministrativa o no?
«Certo, non si può pensare che lo Stato dia dei soldi senza sapere che fine facciano. Prima i progetti. Insomma, serve spirito di impresa».

Sta pungolando il Campidoglio di Virginia Raggi?
«Certo, come associazione ci siamo messi a disposizione: ho detto alla sindaca che abbiamo tutte le competenze di cui necessita lo sviluppo della città».

E Raggi cosa le ha risposto?
«Niente. Non mi ha risposto. Con i singoli assessorati, penso a quello per lo sviluppo economico, abbiamo messo in piede una serie di strategie ma manca una visione globale».

Lei siede al Tavolo per Roma voluto dal ministro Calenda. L'esperimento ha funzionato?
«Il merito del ministro è stato quello di dire: benissimo abbiamo una situazione molto compromessa nella Capitale, servono da subito azioni forti e concordate nel breve termine».

Ma il Tavolo continua a ballare. Oltre agli scontri tra la sindaca e il ministro ci sono i progetti fermi. Come quelli sui bus e sulla manutenzione delle scuole. Il Mise dice che è colpa del Comune: è così?
«Calenda ha messo l'olio in un ingranaggio arrugginito. Ha riunito Regione, Comune e associazioni datoriali. Ma tutti devono dare il massimo ed essere operativi, tutti».

Il Tavolo deve sopravvivere a Calenda? Cioè deve essere istituzionalizzato?
«Sicuramente servirà un luogo fisico di confronto per la Capitale per le azioni veloci e per far convergere su progetti strutturali i fondi che altrimenti andrebbero dispersi in mille rivoli».

Il Tavolo è partito da alcuni dati abbastanza spaventosi: 58 crisi aziendali in un anno, 23mila lavoratori coinvolti, -15% del Pil pro-capite Roma dal 2008 al 2016. E si potrebbe continuare...
«Sono numeri che conosco benissimo. E poi ci sono i trasporti e i rifiuti: le emergenze».

Ecco, da romano adottivo quando vede i cassonetti stracolmi cosa pensa?
«E' una situazione oggettiva, che si ripete periodicamente».

Il problema sono le soluzioni.
«Il tema dei rifiuti non faceva parte del Tavolo, ma trovo sconcertante il ping pong istituzionale tra Comune e le diverse regioni per lo smaltimento».

Occorrono gli impianti.
«Come Unindustria stiamo preparando un libro bianco sui rifiuti con dati e analisi insiem a importanti centri di ricerca per dare autorevolezza ed essere super partes Va bene la raccolta differenziata all'80% nel 2021. Ma prima che si fa?».

Serve un inceneritore?
«Le soluzioni possono essere diverse, noi siamo disponibili ad analizzare la situazione e a dare risposte. In primavera andrò a Copenaghen dove è stata realizzata una collina all'interno della quale è stato costruito un termovalorizzatore all'avanguardia con un impatto ambientale tra i più bassi d'Europa. Ho invitato anche la sindaca».

Poi ci sono i trasporti: il 26 il tribunale si esprimerà sul concordato di Atac.
«Il concordato è una scelta finanziaria, ma non strategica. Mi auguro che venga accettato, ma occorre un progetto forte sulla mobilità sostenibile da qui a 20 anni».

I privati in Atac possono essere una soluzione?
«Io parto dai dati concreti: è mai possibile che tutti i venerdì si blocchi la città? Se poi Ferrovie, che ha competenze e strutture, volesse dare una mano ben venga. Così come altri operatori. Bisogna superare lo status quo, con un pensiero lungo».

Che ne pensa della Regione guidata da Zingaretti?
«Il mio giudizio è positivo: ma con la fine del commissariamento deve abbassare l'Irap».

E di Roberta Lombardi?
«La voglio incontrare per ascoltare il suo programma».

Sergio Pirozzi è all'altezza della sfida?
«E' stato molto vicino alla sua comunità, ma non credo che abbia le giuste competenze. Incontrerò anche lui».
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