Pensioni, la quattordicesima a un milione di persone in più

Pensioni, la quattordicesima a un milione di persone in più
di Luca Cifoni
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Martedì 6 Settembre 2016, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 14:07

ROMA La cosiddetta quattordicesima allargata ad almeno un altro milione di pensionati. E una no tax area Irpef che arrivi per questa categoria di contribuenti a 8 mila euro, vicino alla soglia dei lavoratori dipendenti. Sono queste le due misure più concrete del prossimo pacchetto previdenza a beneficio di chi in pensione già ci è andato. Misure che si affiancano a quelle destinate invece ai lavoratori che ancora devono maturare i requisiti e sperano di poter tagliare il traguardo un po’ più presto di quanto consentito dalle regole attuali: in primo luogo il prestito previdenziale (Ape).
 
IL DOSSIER
La volontà del governo di fare qualcosa per i trattamenti di importo più basso è stata espressa più volte dal governo e confermata anche ieri dallo stesso premier Renzi. Ma non si parla necessariamente delle pensioni minime in senso stretto, ovvero quelle integrate al minimo perché i contributi versati non garantivano un importo adeguato. Anzi l’ipotesi di un aumento di questa tipologia di assegni non è mai entrata ufficialmente nel tavolo tra governo e sindacati, e per la verità non è particolarmente richiesta nemmeno da questi ultimi: il rischio è di polverizzare le risorse senza ricucire a selezionare la platea.
Invece l’allargamento della quattordicesima, istituto voluto dal governo Prodi nel 2007, viene preferito perché in questo caso il beneficio è assegnato e modulato in base al reddito complessivo degli interessati, oltre che agli anni di contribuzione. Oggi il criterio di reddito è fissato a 1,5 volte il trattamento minimo Inps, ovvero 9.786,86 euro l’anno, poco più di 750 al mese. Questa soglia potrebbe essere portata intorno ai 1.000 euro ovvero il doppio del minimo (anche se i sindacati spingono tuttora per uno sforzo ancora maggiore). In questo modo l’attuale platea di circa due milioni di persone verrebbe allargata fino a comprenderne un altro milione. Dati i limiti sulle risorse disponibili per i redditi relativamente più alti potrebbe essere previsto un decalage degli importi. Attualmente la quattordicesima, erogata ogni anno in un’unica soluzione nel mese di luglio, vale per i lavoratori dipendenti 336 euro per chi ha fino a 15 anni di contributi, 420 per chi è tra i 15 e i 25, 504 auro al di sopra dei 25 anni di contributi. Questi limiti contributivi sono elevati di tre anni per gli autonomi.

LO SCHEMA
L’altra novità per i pensionati a basso reddito arriverebbe per via fiscale. Oggi coloro che hanno un reddito di questo tipo pagano un po’ più di Irpef rispetto ai lavoratori dipendenti, perché lo schema dalle detrazioni d’imposta è disegnato in modo leggermente meno favorevole. In particolare è più alta la soglia sotto la quale di fatto l’imposta si azzera. Al tavolo i sindacati avevano chiesto la completa equiparazione delle detrazioni, provvedimento che risulterebbe però un po’ oneroso. Per ora quindi, con un costo più contenuto per il bilancio dello Stato, ci si limiterebbe a portare a 8 mila euro per tutti i pensionati la soglia della no tax area: attualmente sono a 8 mila solo quelli con 75 anni di età o più, mentre gli altri si fermano a 7.750.
Di questi dossier e degli altri si parlerà lunedì prossimo al tavolo tra governo e sindacati (coordinato dal sottosegretario Nannicini) originariamente previsto per domani. Oggi si svolgerà invece regolarmente quello destinato al tema degli ammortizzatori sociali. Sul tema della previdenza poi è prevista una nuova riunione a livello politico mercoledì 21: in quella sede probabilmente con i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil si dovrebbero tirare le conclusioni. E se ci sarà accordo, come appare probabile, le misure identificate finiranno nella legge di bilancio e almeno in parte in uno specifico decreto ad hoc, che anticipando i tempi permetterebbe di rendere operative alcune novità già dal primo gennaio del prossimo anno.

IL CONFRONTO
Naturalmente il confronto verterà anche sul totale delle risorse destinate al pacchetto previdenziale. I sindacati chiedono che non sia inferiore a due miliardi di euro, che dovranno però coprire anche le misure destinate a chi in pensione ci deve ancora andare: dal prestito previdenziale alla gratuità (o quasi) delle ricongiunzioni dei versamenti per quanti hanno svolto attività lavorative diverse in differenti gestioni. Per quanto riguarda l’Ape le risorse serviranno essenzialmente a finanziare specifiche detrazioni di imposta per le categorie più disagiate (a partire dai disoccupati) che si vedranno in questo modo ridurre il peso della rata da restituire.
 
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