Istat, riviste al rialzo le stime sul Pil. Disoccupazione giù a luglio: 12%, record dal 2013

Istat, riviste al rialzo le stime sul Pil. Disoccupazione giù a luglio: 12%, record dal 2013
3 Minuti di Lettura
Martedì 1 Settembre 2015, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 08:48
Il tasso di disoccupazione a luglio è pari al 12,0%, in calo di 0,5 punti percentuali sul mese precedente e di 0,9 punti nei dodici mesi. Lo rileva l'Istat nelle stime. Il ribasso arriva dopo due aumenti e porta il tasso ai minimi da due anni esatti (era al 12% nel luglio 2013).



Dopo 14 trimestri di crescita e il calo nel primo periodo del 2015, nel secondo trimestre il tasso di disoccupazione si attesta al 12,1% (-0,1 punti su base annua). Si ampliano i divari territoriali: dal 7,9% nelle regioni settentrionali, al 10,7% nel Centro fino ad arrivare al 20,2% nel Mezzogiorno.



Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni a luglio è pari al 40,5%, in calo di 2,5 punti percentuali sul mese precedente e di 2,6 punti su base annua. Si tratta del tasso più basso dal luglio del 2013.



Gli occupati a luglio salgono dello 0,2% su giugno, vale a dire di 44 mila unità in più. Sul luglio 2014 il rialzo è dell'1,1%, con 235 mila persone occupate in più. Il tasso di occupazione aumenta di 0,1 punti percentuali nel confronto mensile, portandosi al 56,3% e tornando ai livelli di novembre 2012.



Nel secondo trimestre 2015 continua, «a ritmo più sostenuto», l'aumento su base annua del numero di dipendenti a tempo indeterminato, con un aumento dello 0,7%, ovvero di 106 mila unità. «L'incremento riguarda gli ultra 50enni e interessa soprattutto le donne, il terziario, il Centro e il Mezzogiorno».



Pil in crescita. L'Istat vede al rialzo la crescita del Pil nel secondo trimestre, portandola a +0,3% (da +0,2%) rispetto al primo trimestre e a +0,7% su base annua (da +0,5%), l'aumento tendenziale più alto da quattro anni (secondo trimestre 2011).



Il secondo trimestre del 2015 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto all'anno prima, precisa l'Istituto di statistica.



Guardando ai dati congiunturali, l'Istat registra «andamenti dissimili» tra i consumi finali nazionali (in aumento dello 0,3%) e gli investimenti fissi lordi (in diminuzione dello 0,3%). Inoltre l'Istituto rileva una crescita più intensa per le importazioni (+2,2%) che per le esportazioni (+1,2%). Quanto ai contributi alla crescita del Pil, viene evidenziata la spinta positiva apportata dalle scorte (+0,4 punti percentuali).



Analizzando i principali settori economici, il valore aggiunto dell'industria è rimasto stazionario e quello dei servizi è aumentato dello 0,3%, mentre quello dell'agricoltura è diminuito dell'1,1%.
A livello internazionale, sempre nel secondo trimestre, il Pil risulta aumentato in termini congiunturali dello 0,7% nel Regno Unito, dello 0,6% negli Stati Uniti e dello 0,4% in Germania, mentre è risultato stazionario in Francia. Nel complesso, il Pil dei paesi dell'area euro è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente.




Cresce la spesa delle famiglie. L'Istat rileva poi che la spesa delle famiglie residenti è cresciuta dello 0,4% nel secondo trimestre 2015 rispetto al periodo precedente, raggiungendo l'incremento congiunturale più alto dal quarto del 2010 (quando era sempre +0,4%). L'Istituto spiega che invece la spesa della P.A. sul primo trimestre è scesa dello 0,2%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA