Fisco, così i paletti al penale, per le frodi resterà il reato

Fisco, così i paletti al penale, per le frodi resterà il reato
di Luca Cifoni
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Giovedì 28 Maggio 2015, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 12:24
Riparte il percorso della delega fiscale. Dopo il voto delle regionali il governo dovrà stringere sulla seconda (e ultima) tranche di decreti di attuazione della riforma. Il termine, dopo la proroga all’originario periodo di un anno, è fissata al 27 giugno, poi ci saranno altri tre mesi per l’esame dei testi nelle commissioni parlamentari.

Rispetto all’impostazione originaria, il riassetto del fisco italiano potrebbe perdere per strada alcuni pezzi, che sarebbero rinviati alla legge di Stabilità oppure destinati a provvedimenti ad hoc. Ad aprile erano stati approvati dal governo i decreti su fatturazione elettronica tra privati, ruling internazionale e abuso di diritto (con le nuove norme sul raddoppio dei termini per l’accertamento in caso di indagini penali) che adesso sono in Parlamento.

I temi ancora da affrontare sono per certi versi più delicati sotto il profilo politico. Il primo è quello delle sanzioni penali, già introdotto nel testo a cui il Consiglio dei ministri aveva dato il via libera lo scorso 24 dicembre, e che poi era stato ritirato per le polemiche sulla soglia di punibilità fissata al 3 per cento del reddito di impresa e sulla possibile applicazione di questo paracadute a Silvio Berlusconi.

Quella norma è stata rivista, anche se l’assetto definitivo dovrà essere deciso nei prossimi giorni. Il limite percentuale potrebbe restare, ma accompagnato da un tetto in valore assoluto. In ogni caso dalla salvaguardia saranno esclusi i casi di frode (quelli contemplati dagli articoli 2,3 e 8 del decreto legislativo 74/2000). Il provvedimento manterrà in generale la tendenza a depenalizzare le situazioni meno gravi: va in questa direzione ad esempio l’innalzamento da 50 mila a 150 mila euro della sanzione per l’omesso versamento Iva. Lo stesso testo si dovrebbe occupare oltre che delle sanzioni penali anche di quelle amministrative, ma anche su questo aspetto deve ancora essere fatta la scelta definitiva.



Ci sono poi altri due capitoli sensibili anche se per motivi diversi. Uno è il riordino dei giochi, oggetto di un lungo confronto con il settore interessato; l’altro l’avvio del processo di riforma del catasto, che dovrà essere completato in cinque anni. Quest’ultimo provvedimento era pronto da tempo ma l’esecutivo ha preferito rinviarlo dato che la fiscalità immobiliare è un tema delicato per l’opinione pubblica e per gli elettori in particolare. Il nodo è la struttura della tassazione dopo che la riforma avrà ancorato i valori immobiliari a quelli di mercato: in generale è prevista l’invarianza del gettito, il che vuol dire che qualcuno pagherà di più e qualcuno di meno. Ma si tratta di capire come questo principio sarà applicato in particolare a livello locale.



Potrebbe invece uscire dalla delega un altro punto importante, la revisione del contenzioso. L’obiettivo è arrivare ad una riforma più ambiziosa, da realizzare insieme al ministero della Giustizia: non ci sarebbero i tempi tecnici per farlo entro la scadenza del decreto.



I TEMI IN BILICO

Ci sono poi altri temi della delega che sono in bilico. Rispetto all’articolo 11 potrebbe non vedere la luce il testo che punta ad allineare al regime dell’Ires pagata dalle società anche il reddito di impresa o di lavoro autonomo oggi sottoposto ad Irpef: una misura che darebbe ordine al sistema tributario ma che alle verifiche si è dimostrata potenzialmente molto costosa. Si lavora poi ad una norma che risolva in senso definitivo la questione dell’esenzione dall’Irap per le piccole partite Iva in base alla struttura ed alla presenza o non presenza di dipendenti. Ma sempre per una questione di tempi non è certo che questa novità, molto attesa dagli interessati, possa confluire arrivare a vedere la luce; e lo stesso vale per la ridefinizione del tema delle società d comodo, in applicazione dei criteri contenuti nell’articolo 12 della delega.



Infine c’è il grosso capitolo delle cosiddette tax expenditures, le agevolazioni fiscali che devono essere riviste e razionalizzate anche con l’obiettivo di recuperare gettito. Il tema teoricamente rientra nella delega, ma sarà probabilmente affrontato concretamente in sede di legge di Stabilità, insieme alle nuove misure di revisione della spesa: complessivamente devono garantire al bilancio pubblico almeno 10 miliardi.

Ugualmente potrebbero trovare posto nella manovra autunnale ulteriori semplificazioni a beneficio delle imprese.
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