Il numero uno dell'Eurotower ha sottolineato che l'indebolimento delle dinamiche inflazionistiche è dovuto ai «bassi prezzi del petrolio e all'effetto dell'euro forte». Draghi ha riconosciuto che «la ripresa nell'Eurozona prosegue moderatamente», ma ha avvertito sui «rischi al ribasso da crescita e commercio globali chiaramente visibili». Davanti a un'inflazione più debole, il banchiere ha ammesso la necessità di “fare di più” rispetto a quanto già previsto a marzo, lasciando intendere che la BCE è pronta a un altro Quantitative easing, rivendicando che il piano è uno «strumento particolarmente flessibile e potente».
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