Concorrenza, ok della Camera: gli alberghi potranno fare prezzi più bassi dei siti di viaggi. Farmaci, stop alla liberalizzazione

Concorrenza, ok della Camera: gli alberghi potranno fare prezzi più bassi dei siti di viaggi. Farmaci, stop alla liberalizzazione
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Mercoledì 7 Ottobre 2015, 05:43 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 14:38
Via libera della Camera al disegno di legge sulla concorrenza. Ora passa all'esame del Senato. Il testo, che si propone di favorire alcune liberalizzazioni settoriali, ma anche fissare alcune regole e paletti per rendere il mercato italiano più concorrenziale, e che era in prima lettura, è stato approvato con 269 “sì”, 168 contrari e 23 astensioni.



La maggioranza non ha potuto contare su Scelta Civica, che ha deciso di astenersi in polemica con gli alleati per il ”no” alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C. Ieri l'Assemblea aveva dato il via libera a poche proposte di modifica tra cui una del Pd, detta “emendamento booking”, che permetterà agli albergatori di praticare prezzi inferiori rispetto a quelli proposti dagli intermediari anche online. Questa norma, molto caldeggiata da Federalberghi, non è piaciuta agli operatori, che sperano in un ripensamento.



Le norme. Aumenta la concorrenza nel settore turistico: i prezzi offerti dagli albergatori potranno infatti essere più bassi di quelli esposti dai siti di intermediazione, come Booking, uno dei portali di turismo più frequentati on line. Restano invece chiuse le porte delle parafarmacie e dei supermercati alle medicine di fascia C che continueranno a essere vendute solo nelle farmacie.



Alberghi. Saranno nulle le clausole che obbligano gli albergatori a non praticare alla clientela finale prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa tramite intermediari terzi, anche online: lo prevede il cosiddetto emendamento Booking di Tiziano Arlotti (Pd) al ddl concorrenza approvato quasi all'unanimità dall'Aula della Camera.



Sugli hotel viene superata dunque una regola che impediva agli alberghi di poter offrire le camere ad un prezzo inferiore a quello contrattato con i siti di prenotazione on line. Sul tema Federalberghi aveva avviato una campagna. Anche il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini ha salutato la novità come «una scelta unanime coraggiosa che il settore alberghiero italiano attendeva da tempo».



Ovviamente la scelta non piace a Booking.com, uno dei principali operatori del settor, che parla di «danno per i clienti e per i piccoli alberghi». Quella approvata - dice il numero uno per l'Italia del sito, Andrea D'Amico - «non è ancora la legge definitiva speriamo che le cose al passaggio al Senato cambino ma il Parlamento è sovrano e qualunque sarà la decisione ci adegueremo».



La decisione dell'assemblea di Montecitorio è invece una «buona notizia per i consumatori» secondo il Codacons, mentre «dà ragione al mercato e al buon senso e completa il percorso iniziato dall'Antitrust ma timidamente lasciato metà» secondo il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara.



Farmacie. La Camera ha bocciato tutte le proposte di liberalizzazione dei farmaci utili per curare patologie di lieve entità e vendibili solo dietro ricetta medica, ma non non concessi dal servizio sanitario nazionale e quindi a carico del cittadino (i farmaci di Fascia C). Una decisione che «riconosce il valore sociale e sanitario della farmacia» per Federfarma, ma che «va in direzione contraria rispetto a quanto abbiamo fatto in passato», secondo l'autore delle lenzuolate di liberalizzazionì ed ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.



Dichiarazione ancora più significativa quella di Bersani, visto che il grosso del Pd si è schierato dalla parte delle farmacie. «I farmaci di fascia C restano in farmacia. Il Partito democratico ha mantenuto gli impegni presi e ha votato no in maniera compatta agli emendamenti che proponevano la libera vendita dei farmaci con ricetta medica», ha rivendicato il responsabile sanità del Pd Federico Gelli, sostenendo che finora i processi di liberalizzazioni non avrebbero portato vantaggi economici ai clienti.



La protesta M5S. «L'impossibilità di vendere farmaci di fascia C nelle parafarmacie e nei corner dei supermercati è assurda ma perfettamente motivabile: le pressioni e connivenze tra la potente lobby del farmaco e Governo e Pd hanno sortito l'effetto desiderato, che va contro i principi di liberalizzazione e concorrenza nel settore in questo mercato. C'è chi brinderà a un'operazione che fa solo il bene di alcuni, ma non dei farmacisti nel loro complesso e dei cittadini», hanno commentato ieri i deputati 5S in commissione Affari Sociali e Finanze.



«Oggi la Camera ha dato il made in Italy in pasto ai falsari e perso un'altra opportunità per tutelare le nostre eccellenze». Così i deputati del M5S delle commissioni Agricoltura e Attività produttive commentano la bocciatura dei due emendamenti al Ddl Concorrenza presentati dal M5S oggi in Aula per contrastare la contraffazione dei prodotti made in Italy. «I due emendamenti proponevano di ripristinare le misure penali che puniscono la cosiddetta "fallace indicazione" delle merci che entrano nel mercato italiano, reato depenalizzato nel 2009 e attualmente punibile solo con una multa, e di anticipare il controllo della merce al momento dell'ingresso in dogana, anziché demandarlo alla fase di commercializzazione», sostengono i deputati Cinquestelle, che ieri hanno mostrato in Aula bottiglie di passata di pomodoro e cartelli con la scritta Vero Made in Italy.