«L’orientamento della politica monetaria della Bce sembra sempre più neutrale», spiegano da Metcalfe. Il conto alla rovescia per la fine del Qe si sta avvicinando. E anche se «un prolungamento del programma di Quantitative Easing potrebbe essere ancora possibile nel mese di dicembre, in assenza di un rallentamento della crescita o di dati deludenti sull’inflazione non assume lo stesso significato che gli avevamo attribuito l’estate scorsa».
Un dettaglio non da poco per i titoli di Stato. Ecco perchè quando la conferenza stampa era ancora in corso lo spread Btp/Bund è schizzato oltre quota 150 punti prima di fare marcia indietro. Negativa anche la reazione a caldo delle Borse, che poi hanno imboccato di nuovo la strada del rialzo. Mentre l’euro ha toccato i nuovi minimi da giugno (1,0933 dollari).
Ma veniamo più nel dettaglio a cosa ha detto il numero uno della Bce. Ha detto che sul Qe non c’è alcuna novità: «abbiamo solo ascoltato le valutazioni del Comitato» della Bce incaricato di valutare l’attuazione del QE. Anche se «è improbabile», ha ammesso Draghi un’interruzione improvvisa degli acquisti». E ha detto anche che le cose rimangono come stanno anche sul fronte tassi, nonostante il clima non sia migliorato in Europa: le prospettive economiche dell’Eurozona sono soggette a rischi al ribasso, per Draghi, e i dati suggeriscono una crescita del terzo trimestre simile a quella del secondo.
Ecco perchè il leitmotiv non cambia: «Viste le incertezze, il Consiglio direttivo della Bce continuerà a seguire con molta attenzione gli sviluppi» ed è pronta ad agire in qualsiasi momento per sostenere l’inflazione. Anche prolungando il Qe. Ma i governi devono pensare a fare le riforme.
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