Banche, Patuelli: serve chiarimento su strategie Ue, paletti frenano fusioni

Banche, Patuelli: serve chiarimento su strategie Ue, paletti frenano fusioni
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Mercoledì 5 Ottobre 2016, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 18:14
«Le Banche, con le loro differenze, sono indebolite dalla crisi in tutta Europa, mentre la sperimentazione biennale della Vigilanza unica non ha finora rappresentato una svolta per la ripresa, ma ha appesantito le misure che da prudenziali si sono spesso trasformate paradossalmente in fattori di ulteriore indebolimento delle banche che, invece, necessitano innanzitutto di stabilità normativa e di maggiore redditività». Il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, al convegno del Messaggero dal titolo "obblgiati a crecere" sottolinea così che «è indispensabile un chiarimento sulle strategie europee e una verifica dell'esperienza della Vigilanza unica che rischia di essere una fuga in avanti».




ll numero uno dell'associazione dei banchieri non ha nascosto la necessità di dover affrontare scelte dolorose per le banche e ha quindi criticato la vigilanza unica europea sugli istituti di credito facendo riferimento al processo di aggregazione bancaria che si relizzerà in Italia nel 2017. Un processo coraggioso che secondo Patuelli è ostacolato però dalla vigilanza europe che chiede nuovi paletti patrimoniali sempre più stringenti. 

Il 2017, avverte ancora Patuelli, «vedrà un numero ridottissimo di gruppi bancari e banche indipendenti in Italia a seguito delle riforme nazionali, ostacolate, però, dalla Vigilanza unica che troppo spesso chiede capitali supplementari per le nuove aggregazioni che sono sfavorite anche dall'anacronistica sopravvivenza nostrana dell'Iva infragruppo».

«Lo spavento dell'introduzione delle normative europee sulle banche in gravi crisi deve essere affrontato non solo con misure preventive e innovative, come Atlante e il ramo Volontario del Fondo Interbancario, ma», ha detto ancora Patuelli, «anche con iniziative di educazione finanziaria e di inequivocabile chiarezza nella vendita di ogni prodotto finanziario». 


«Le Banche in Italia sostengono il massimo sforzo contro gli effetti della lunga crisi e per la ripresa», ha affermato Patuelli, rivolgendosi al Presidente della Repubblica. «Senza aiuti di Stato, con il costo straordinario anche dei salvataggi di banche in crisi, lontane dagli scandali internazionali, le Banche in Italia sospingono la ripresa con requisiti di capitale mai così alti», ha detto Patuelli, evidenziando anche «i tempi ancora troppo lunghi della Giustizia civile, con i tassi più bassi, incorporando gran parte dei costi dello spread fra i titoli pubblici italiani e quelli degli Stati con minore debito pubblico, contraggono nuovi prestiti dove ve ne è domanda, come per i mutui, subiscono le contraddizioni dell'Unione Europea e dell'Unione bancaria tuttora priva delle indispensabili identiche norme di diritto bancario, finanziario, fiscale, fallimentare e penale dell'economia». 

Per il presidente dell'associazione bancaria «se la crisi dell'Unione Europea proseguirà, l'Unione bancaria, senza normative identiche, rischia di andare in crisi e di accentuare i divari fra Nord e Sud, senza stimoli di ripresa per i Mezzogiorni d'Europa e con rischi di meridionalizzare anche le regioni più produttive del Nord e Centro Italia». Mentre, dice ancora Patuelli, «In Italia debbono continuare le correzioni delle vecchie anomalie rispetto alle migliori pratiche europee e occidentali. È indispensabile correggere i vecchi e nuovi limiti del capitalismo italiano e le spinte anticapitaliste che sono alternative alle libertà dei mercati e alla società aperta». Per la ripresa «necessitano 'politiche dei fattorì che incoraggino produttività, efficienza e competitività dei fattori produttivi delle imprese e dei servizi italiani. È una strategia alternativa ai miopi orizzonti settoriali e corporativi». «Occorre» poi, per il presidente dell'Abi, «accrescere la fiducia verso le Banche, a cominciare dalle regole di 'trasparenza semplicè che - dice - sollecitiamo innanzitutto a Consob».
 
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