Banche, gli indennizzi in due casi su tre saranno automatici

Banche, gli indennizzi in due casi su tre saranno automatici
di Andrea Bassi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 25 Aprile 2016, 23:50 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 15:59
Il conto alla rovescia è finito. Tra domani e venerdì, il consiglio dei ministri licenzierà il nuovo decreto sulle banche, quello al cui interno troveranno posto anche le regole per indennizzare i risparmiatori finiti coinvolti nel crac delle quattro banche (Etruria, Banca Marche, CariChieti e Carife). Dopo vari rinvii e scadenze passate invano, dunque, i risparmiatori che hanno visto azzerato il valore delle loro obbligazioni, potranno ricevere indietro i soldi. Con qualche buona notizia. Due terzi di loro potrebbe ricevere i ristori automaticamente, senza dover far ricorso alla complessa procedura di arbitrato. 

È il frutto di un lungo negoziato condotto dal governo italiano con la Commissione europea, e che ha consentito di tirare una linea netta di demarcazione tra i risparmiatori “ignari” e quelli invece presumibilmente consapevoli del rischio assunto sottoscrivendo i cosiddetti bond subordinati, titoli rischiosi al pari delle azioni. 

IL CONFINE
Questo confine coincide con il primo agosto del 2013, quando sono entrate in vigore le regole del cosiddetto «burden sharing», la ripartizione delle perdite in caso di risoluzione di una banca e che hanno anticipato quelle del famigerato bail-in. Tra il 2005 e il 2012 sono stati emessi dalle quattro banche 228 milioni di obbligazioni sulle 330 azzerate. 
Tutti coloro che hanno investito prima dell’agosto del 2013 avranno indietro i soldi? In realtà ci saranno dei criteri che, al momento, sono ancora in fase di limatura al ministero dell’Economia. [TITOLINO]
 
IL FUNZIONAMENTO
Ma grosso modo funzionerà con incrociando i dati di reddito con quelli del capitale investito nelle obbligazioni. Ad essere indennizzato integralmente sarà chi ha investito fino a circa 20 mila euro avendo un reddito personale al massimo intorno ai 22 mila euro (quete cifre sono come detto ancora oggetto di verifica). 
Per gli altri i ristori non saranno totali. Chi invece ha comprato le obbligazioni dopo l’agosto del 2013, dovrà passare per la procedura degli arbitrati. E questo vale anche per coloro che hanno redditi bassi. 
Per effettuare i pagamenti sarà aumentata la dotazione del fondo da 100 milioni previsto dalla legge di Stabilità e finanziato dalle banche. Sarà portato a 250-280 milioni di euro, sempre con soldi a carico del sistema bancario. Che dunque sarà chiamato ad un ulteriore sforzo dopo l’operazione di risoluzione delle quattro banche, costata non meno di 1,8 miliardi di euro, e la partecipazione al fondo Atlante. 

LE ALTRE MISURE
Come contropartita, tuttavia, gli istituti di credito otterranno una serie di misure per sbloccare il mercato dei Non performing loan, i crediti in sofferenza che pesano per 83 miliardi netti sui bilanci delle banche. Tra le misure che saranno inserite nel decreto, ci dovrebbe essere, per esempio, il «patto marciano», ossia la possibilità di escutere direttamente il pegno (ma sarà limitato alle imprese), e l’anticipo di una serie di norme della riforma del diritto fallimentare, che deve ancora avviare il suo iter alla Camera.Ma nel nuovo decreto dovrebbero confluire anche le novità sui decreti ingiuntivi, che attualmente viaggiano nella delega di riforma del processo civile, già approvato dalla Camera dei deputati e adesso passato al vaglio del Senato. [/FORZA-RIENTR][FIRMA-E-SIGL]
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA