Alitalia: «Serve la firma di tutti o salta l'intesa con Etihad». Sindacati divisi, accordo a rischio

Alitalia: «Serve la firma di tutti o salta l'intesa con Etihad». Sindacati divisi, accordo a rischio
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Venerdì 25 Luglio 2014, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 08:32
Ultimatum di Alitalia ai sindacati: firmate tutti o salta l'intesa con Etihad. Ma intanto scontro fra sindacati sul referendum sull'accordo che taglia il costo del lavoro a cui ha votato solo il 26,5% dei dipendenti. Per la Uiltrasporti, unico sindacato a non aver firmato, l'accordo non è applicabile ai propri iscritti e bisogna quindi tornare al tavolo per un nuovo accordo sui risparmi. Ma le altre sigle ne assicurano la validità. Così come l'azienda, che lancia anche un appello indiretto alla Uilt a firmare.



L'assemblea degli azionisti della società intanto ha approvato il bilancio 2013 e l'aumento di capitale fino a 250 milioni di euro. Lo ha riferito un azionista uscendo dalla riunione. L'assemblea si è conclusa da poco dopo oltre cinque ore.



«Non mi risulta un ultimatum di Etihad». Così l'ammministratore delegato di Alitalia, Gabriele Del Torchio aveva commentato le indiscrezioni secondo cui il numero uno di Etihad James Hogan avrebbe posto una deadline a lunedì 28 per raggiungere un'intesa, altrimenti sarebbe pronto ad abbandonare l'affare.



Nessun ultimatum ad Alitalia da Etihad, hanno chiarito anche fonti vicine alla compagnia degli Emirati. Le fonti negano che sia stato chiesto ad Alitalia di chiudere l'accordo entro lunedì 28 luglio.



Lo scontro sul referendum. «Fallito il referendum. Gli accordi aziendali sottoscritti da Filt Cgil, Fit Cisl e Ugl non sono validi ne applicabili ai lavoratori non iscritti alle sigle firmatarie. Per scongiurare il muro contro muro urge una soluzione alternativa di mediazione». Lo affermano le associazioni professionali dei piloti e assistenti di volo Anpac, Anpav e Avia.



«Se ci fosse stato qualche residuo dubbio oggi è svanito. Cgil, Cisl e Ugl non rappresentano i naviganti e non hanno il consenso della maggioranza dei lavoratori di terra - si legge nella nota - I numeri sono impietosi, per il fallito referendum indetto da quelle tre sigle hanno votato 49 piloti su 1645 (circa il 3%), 200 assistenti di volo su 3800 (meno del 6% ) e 3300 dipendenti di terra su un totale di 7100 ( meno del 46%)». «Un deficit democratico ed un fallimento che però è negato con arroganza. Scandaloso - sostengono - che si continui, da parte delle organizzazioni sindacali firmatarie e dall'azienda, ad esigere l'applicazione di quanto sottoscritto, in barba a rappresentatività e volere dei lavoratori».



«Trattandosi di referendum abrogativo, sulla base delle regole dell'accordo sulla rappresentanza, resta confermata la validità degli accordi», affermano invece Filt Cgil, Fit Cisl e Ugl Trasporto Aereo a proposito dell'esito del referendum sui 31 milioni di tagli al costo del lavoro contenuti nell'accordo firmato dai tre sindacati ma non dai piloti e dalla Uilt.



«Su 3.555 votanti hanno dato parere favorevole alle intese in 3.022, contrari 475, bianche/nulle/astenuti 58», riferiscono Filt, Fit e Ugl. Secondo le tre organizzazioni sindacali di categoria «i tempi stretti e l'invito alla non partecipazione al voto da parte di Uil non hanno consentito il raggiungimento del 50% +1 degli aventi diritto. In poco meno di 36 ore era quasi impossibile raggiungere il quorum. Ma - spiegano - nonostante le oltre mille persone in Cigs a zero ore, e quindi non in servizio, il periodo estivo e quindi feriale, la oggettiva difficoltà per il personale navigante e turnista, il numero dei votanti indica la volontà dei lavoratori di partecipare e di confermare la validità degli accordi. Rimane agli atti il comportamento assurdo di chi lo ha richiesto e poi non ha partecipato al voto, come nel caso della Uil e dei sindacati autonomi gregari».



«Abbiamo chiesto ai lavoratori di pronunciarsi sugli accordi - prosegue la nota - e abbiamo registrato una convinta partecipazione e la condivisione responsabile di accordi sofferti e onerosi, che trovano la loro ragione nella disastrosa situazione di Alitalia e nel rischio non ancora scongiurato di fallimento. Eravamo obbligati a farlo entro il 25 luglio e solo chi ha giocato con estrema leggerezza sui rischi che corre l'impresa poteva immaginare di far ricadere sui sindacati e sui lavoratori la responsabilità di un eventuale fallimento». Per Filt, Fit e Ugl TA infine «adesso tocca all'Assemblea dei soci decidere sia sulla continuità aziendale che sull'ingresso di Etihad».



Non è stato raggiunto il quorum al referendum sui tagli al costo del lavoro in Alitalia, ha sottolineato il segretario generale aggiunto della Uilt Marco Veneziani, precisando che hanno votato in 3.500 su 13.200 lavoratori. In particolare, tra i naviganti (piloti e assistenti di volo), che sono complessivamente 5.400, il 97% ha votato no. «Non è stato raggiunto il quorum perché Cgil, Cisl, Ugl e azienda hanno voluto mortificare piloti e assistenti di volo», ha commentato Veneziani, sottolineando che «questo accordo non c'entra nulla con Etihad». «Adesso bisogna tornare al tavolo per firmare un accordo valido: questo non lo è», ha aggiunto Veneziani, precisando che «la Uil non è contraria a dare 31 milioni». «Alla luce di questo risultato - ha proseguito - faremo le nostre valutazioni e decideremo il da farsi».



«Allo stato attuale, diffidiamo l'azienda dal prelevare soldi dalle retribuzioni dei nostri iscritti», aggiunge il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi in una nota, commentando lo sviluppo della situazione Alitalia.



«Il referendum è valido perché si è data la possibilità ai lavoratori di esprimersi e qualora, dice l'accordo interconfederale firmato dalla Uil, non si arriva al quorum, l'accordo è valido. E lo è perché il referendum si è fatto e perché la stragrande maggioranza dei lavoratori dicono che l'accordo è valido», dice a Rainews24 il leader Cisl, Raffaele Bonanni. «La Uil sta giocando con il fuoco nel momento peggiore di Alitalia perché gli arabi possono anche fuggire - aggiunge Bonanni -. Stanno facendo il gioco delle compagnie straniere che vedono di malocchio questa nuova azienda».




«L'intesa non è solo pienamente valida ma si applica in ogni sua parte», ha replicato il segretario nazionale della Filt Cgil Nino Cortorillo.



Anche l'Alitalia, sottolinea che gli
«accordi, sottoscritti il 16/17 luglio dal 65% delle Rappresentanze sindacali, sono efficaci ed esigibili nei confronti di tutto il personale e vincolano tutte le organizzazioni sindacali firmatarie degli accordi interconfederali. Va comunque segnalato - continua una nota di Alitalia riferendosi al referendum - come l’85% di coloro che hanno votato abbia espresso un consenso esplicito agli accordi. Ciò a dimostrazione di quanto il personale della società, compresi i dirigenti che già dal mese di marzo hanno volontariamente offerto un contributo di solidarietà, stia comprendendo l’importanza cruciale del momento aziendale e dei passi decisivi da adottare per garantire il futuro».



«Oggi abbiamo fatto un passo importante perché abbiamo deliberato un aumento di capitale funzionale all'accordo con Etihad», ha detto Del Torchio dopo l'assemblea dei soci. «Ha contribuito molto - ha aggiunto l'amministratore delegato del gruppo - il risultato del referendum, grazie al grande senso di responsabilità dei lavoratori che hanno votato a favore».


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