Manovra, accordo Italia-Ue: deficit corretto dello 0,3 per cento. Duello sul rigore

Manovra, accordo Italia-Ue: deficit corretto dello 0,3 per cento. Duello sul rigore
di David Carretta
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Sabato 25 Ottobre 2014, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 17:02

BRUXELLES - «Le riforme strutturali e conti pubblici in ordine sono condizioni chiave per gliinvestimenti». L'ambiguità delle conclusioni del Vertice di ieri riflette il delicato equilibrio che il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, ha dovuto trovare per cercare di riappacificare il fronte dell'austerità con quello della flessibilità.

Un accordo tra l'Italia e la Commissione sulla Legge di Stabilità forse è più vicino: una correzione del deficit dello 0,3% che equivale a uno sforzo aggiuntivo di 3,2 miliardi (già previsto nella manovra).

Il presidente José Manuel Barroso ha ammorbidito i toni, mettendo l'accento soprattutto sulla flessibilità: «Ciò che la Commissione deve verificare ora non è se il bilancio sia completamente in ordine, ma se c'è una deviazione particolarmente significativa». La decisione se chiedere o meno di riscrivere la Legge di Stabilità verrà ufficializzata mercoledì. Ma, nel momento in cui Italia e Francia hanno deciso di violare le regole del Patto, tra i leader europei si sono riaperte le vecchie fratture che hanno contraddistinto le fasi più acute della crisi della zona euro. C'è stata una «discussione di politica economica tosta e accesa», ha ammesso il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Il quale, nella tarda serata, ha incassato la notizia che l'agenzia Fitch ha confermato il rating BBB+ per l'Italia con outlook stabile. «Le prospettive di crescita sono deboli» hanno fatto sapere da New York riconoscendo comunque che «il governo del premier Renzi sta facendo progressi con riforme che potrebbero avere impatto positivo sulla crescita». Intanto, intorno al tavolo dei capi di Stato e di governo si sono riformati due schieramenti contrapposti. Da un lato, la Germania ha guidato il gruppo di paesi che chiede il rispetto rigoroso delle regole. Dall'altro, Italia e Francia hanno usato argomentazioni politiche ed economiche per tentare di superare la logica dello «zero virgola» sui bilanci nazionali. Nel dibattito a porte chiuse, Angela Merkel ha ricordato a Renzi che il Patto di Stabilità è stato riformato da poco, dando più poteri alla Commissione: secondo la cancelliera, il problema dell'Ue è che non rispetta ciò che ha promesso di fare. Il premier olandese, Mark Rutte, ha tracciato due scenari catastrofe: la «morte rapida» per la perdita di fiducia dei mercati dovuta all'esplosione del debito, o la «morte lenta» dovuta alla fine del Patto di Stabilità che porterebbe alla fine dell'euro. Perfino nel campo socialista si sono alzate voci, come quella della danese Helle Thorning-Schmidt, per chiedere di rispettare la volontà della Commissione.

IL NODO MERCATI

Il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha tentato di mettere ordine, avvertendo che la «credibilità è a rischio» perché «gli impegni presi» su consolidamento e riforme «troppo spesso non sono seguiti dai fatti». La situazione economica è grave, «nel 2011-2012 è stato evitato il collasso della zona euro grazie a uno sforzo collettivo», che va ripetuto per evitare di «correre verso la recessione». I paesi «senza margine di bilancio devono continuare il percorso di consolidamento», quelli con spazio fiscale devono usarlo per gli investimenti. «Non chiedetevi cosa possa fare la Bce, ma cosa potete fare voi per la zona euro», ha detto Draghi. Renzi ha spiegato che «le riforme vanno fatte perché sono giuste, non perché che lo chiede Bruxelles».