La sindaca di Brescello, erede di Peppone non ha dubbi: sarò mamma e avrò una nursery in Municipio

La sindaca di Brescello, erede di Peppone non ha dubbi: sarò mamma e avrò una nursery in Municipio
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Lunedì 14 Dicembre 2020, 17:16

Chissà cosa avrebbe detto Peppone, il mitico sindaco comunista di Brescello uscito dalla penna di Guareschi, se avesse saputo che decenni dopo, la sindaca del paesino emiliano che affaccia sul Po, avrebbe attrezzato il Comune con una nursery, preparandosi a fare la mamma e, contemporaneamente, portare avanti il compito non facile di prima cittadina. Di sicuro il parroco, don Camillo, ne sarebbe stato orgoglioso perchè questo passaggio segna l'avvio (finalmente) di un orizzonte più ampio e non più fatto di scelte penalizzanti per le donne, spesso costrette a rinunciare alla vita politica, alla carriera o a compiti ritenuti inconciliabili con la maternità, per esempio come le poppate.

Elena Benassi, la sindaca di Brescello, sta ultimando la gravidanza e, di conseguenza, sta attrezzando il suo ufficio per portare avanti il lavoro amministrativo in armonia con gli impegni che le darà il piccolino, la cui nascita è prevista a ridosso di Natale. Per non interrompere l’attività in Municipio ha pensato di realizzare un piccolo spazio adibito a nursery nel palazzo comunale affacciato sulla piazza del paese.

Benassi sa che dovrà forse ridurre un po' le presenze e gli impegni, portandosi a casa tante pratiche, lavorando via Zoom e in smart working. Ma un esempio felice di come sia possibile fare la mamma e la politica a Brescello c'è già stato in passato, perchè una assessora, in questi ultimi due anni di mandato, ha avuto due figli.

Al quotidiano Il Resto del Carlino la sindaca ha affidato le sue speranze e la sua determinazione: «Non ho mai pensato di compiere un passo indietro. Abbiamo fatto tanti sacrifici per uscire da una situazione tremenda (il commissariamento del Comune; ndr). Abbiamo proposto un programma ambizioso, con opere e investimenti importanti. Mi dispiacerebbe interrompere questo percorso, perché andrei a compromettere una situazione a cui molti hanno lavorato con impegno. Quando mi sono candidata pensavo: ho trent’anni, dovrei finire il mandato a 35 e poi ho tempo per diventare mamma. Invece, a metà mandato, eccomi qua col… pancione». Si rivedranno gli orari, gli impegni e gli incontri ma senza togliere nulla né al mandato ricevuto, né al piccolo in arrivo.

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