Una giornata da incubo a Roma

La signora Pinuccia Patrizia Purpura ricevuta da Papa Francesco
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Venerdì 23 Maggio 2014, 14:40 - Ultimo aggiornamento: 14:46
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta al sindaco Marino di una signora disabile venuta a Roma per incontrare il Papa. La donna ha dovuto vedersela con buche, mancanza di scivoli e scarsa organizzazione, che le hanno reso quasi impossibile spostarsi con la sedia a rotelle.



Inizio con l’albergo che ha la sala colazione inarrivabile in carrozzina per via degli scalini, ma la gentilezza del personale fa superare la cosa. Ma sono venuta a Roma dalla Sicilia per visitare la città ed andare in visita dal nuovo Papa in Vaticano.



Uscire in carrozzina è stato un incubo per me ed il mio coraggioso e forzuto marito che ha rischiato di buttarmi giù almeno tre volte in poco più di 48 ore di giri in città, da via dei Due Macelli a via Barberini verso il Vaticano. La giornata di mercoledì in San Pietro, con il Papa che mi dà la mano e mi parla e mi guarda con quel suo sguardo d’acciaio e la dolcezza del contatto, mi ha dato una felicità inaspettata. Il ritorno da via della Conciliazione al centro è stato molto difficile per via dei sanpietrini sconnessi, delle buche, dei marciapiedi troppo alti e spesso senza scivolo o con scivolo non a norma. Ce l’abbiamo fatta, ma si è rivelato un percorso troppo faticoso ed a tratti pericoloso, specialmente per chi, come me, è disabile e vuole visitare Roma come un qualsiasi turista “sano”.



Purtroppo la mia esperienza negativa non finisce qui. La parte più umiliante è stata la serata al Teatro Sistina, che si raggiunge attraverso vie e marciapiedi dissestati.



Nel pomeriggio mio marito era andato per prenotare lo spettacolo e aveva informato del mio problema l’addetto alla biglietteria che aveva rilasciato i biglietti per la fila 5 posto 12 e 13, senza assolutamente fare presente che per raggiungere il posto occorreva scendere innumerevoli scalini senza alcuno scivolo.



Caro sindaco, Le lascio immaginare la difficoltà affrontata dal mio coraggioso e forzuto marito per raggiungere il posto. Durante l’intervallo mio marito è andato al botteghino per fare rilevare la scorrettezza dell’addetto ai biglietti. A questo punto i Vigili del Fuoco presenti si sono offerti di aiutarlo quando sarebbe finito lo spettacolo. Al momento della risalita, però, non c’è stato nessun aiuto: né dai Vigili del Fuoco e neanche dal personale del teatro. Erano spariti tutti.



Questa è una delle tante esperienze che sono costretta a subire da quando, per continuare a uscire di casa, ho bisogno di muovermi sulla carrozzina. Né io, né mio marito, né i miei figli ci siamo mai scoraggiati, ma vorremmo che la Capitale avesse più attenzione per i disabili.



La saluto e Le auguro buon lavoro,



Pinuccia Patrizia Purpura
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