La navetta 332 /2

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Sabato 15 Marzo 2014, 22:27 - Ultimo aggiornamento: 22:31
Caro Giovanni, eccoti la risposta di Tramvinicyus, studioso e appassionato di Trasporto Pubblico Locale nonch “utilizzatore finale ed utente” da oltre trent’anni a questa parte, alla tua mail del 7 marzo "Il capolinea del 332".



La navetta 332, meglio conosciuta come “Navetta Reggiani” fu istituita il 14 Ottobre 2009, 2 anni dopo il raccapricciante episodio avvenuto alla stazione Roma Nord di Tor di Quinto. Da lì in poi tutto ciò che sto per raccontarti sfiora “La Grande Fantascienza”.

Il viottolo d’accesso alla stazione è troppo stretto, si pensò diverse volte ad un accesso più plausibile ma leggenda narra che non si sia mai riusciti ad espropriare il terreno adiacente per permettere di allargarlo.



Ed è qui che arriva la nostra navetta. La cara 332 esce ed entra dal viottolo della stazione passando davanti al capolinea del 32, sul Viale di Tor di Quinto; navetta che a causa dei sensi unici, delle barriere architettoniche, degli svincoli e di tutte le altre Ave Marie, è costretta ad arrivare a Nord, fino allo svincolo dei Due Ponti e a Sud, fino al semaforo d'inversione della caserma D’Acquisto, con un percorso di quasi 2 Km e ½ per quei miseri 537 metri che, in linea d’aria, separano la stazione dal capolinea dell’altro bus, la 32 appunto per Piazza Risorgimento.



Ma cosa accade? Accade che un misteriosissimo virus sta, diciamo così, “mettendo a letto” la quasi totalità dei micro-bus, cioè quelle vetture di 8-10 metri di lunghezza, a seconda dei modelli, che sono oro per situazioni come queste. E quindi Caro Giovanni ecco che la 332 viene effettuata con normali vetture, non più con gli “autobussini” e in quella via così stretta bestioni del genere non possono entrarci.



Risultato? A Tor di Quinto c’entrano le tue gambe con buona pace della “Moglie del Soldato” e la sua orribile fine. (Senza contare che la 332, oramai priva di ogni logica d’esercizio aziendale, continua imperterrita a girare a vuoto quando si potrebbe benissimo prolungare la 32 alla rotatoria antistante il viottolo...).



Non solo, i micro-bus sono preziosi anche in situazioni dove non c’è un viottolo, anzi c’è una strada molto larga, che potrebbe benissimo essere anche a doppio senso di circolazione, ma ahimé la…”sosta selvaggia” ne impedisce un corretto e più logico uso.



Ecco quindi che anche l’autolinea 52 (Largo Chigi – Via Archimede) si è improvvisamente ammalata! Questo storico collegamento tra il centro e Monti Parioli veniva effettuato con normali vetture ma l’Ambasciatore non può mica rinunciare alla sua automobilina, e naturalmente deve esserci anche il parcheggio per la sua esotica colf. Quindi si cominciò a effettuare la linea, anche in questo caso con “micro-bus”, gli unici capaci di infilarsi in quelle vie.



Ma ora che i nostri “small-incredibles” stanno via via morendo uno dopo l’altro? Niente paura! ecco a voi il “cambio di vettura”, e cioè carrozza standard 12 metri nella tratta Largo Chigi – Piazza Don Minzoni e poi da Piazza Don Minzoni a Via Archimede con una (1) vettura navetta. (Con tutto quello che comporta un simile stravolgimento del servizio, in termine di costi e di organizzazione in quel classico spreco made in Atac oramai famoso in tutto il mondo.)



Ciliegina sulla Torta? E’ rimasto contagiato anche lo 054 da Grotte Celoni a Valle Martella; si effettua in due atti, proprio come in un pezzo di Cechov o Pirandello. Primo atto Grotte Celoni – Pantano, poi tutti nel Foyer e poi navetta Pantano - Valle Martella (Via della Lite è piccolina, problematica già dal nome).



Teatro Atac?

Sipario! Sipario!



Tramvinicyus