L'impossibile metro B

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Venerdì 27 Febbraio 2015, 18:27
L’impossibile metro B di Roma, capitale d’Italia. Otto ore fuori casa per lavoro, più un’ora di pausa pranzo, sono tante. Nove ore. Ma pazienza, tocca lavorà pe’ campa’. A queste, però, per una persona che lavora a Roma, bisogna aggiungere il tempo per raggiungere i mezzi pubblici e il tempo che vi si trascorre dentro. Così, il tempo fuori casa alle volte diventa di undici, dodici ore. Ma pazienza, tocca lavorà si voi campa’. Anche se è triste non potersi dedicare alla famiglia, oppure a qualsiasi cosa che ti piace, che ti distrae, alle volte che ti “realizza” qualora il lavoro non ti entusiasmi. Ma pazienza, pazienza!



Questa però scappa qualora il lavoratore si affidi alla metropolitana per risparmiare un po’ di tempo, e invece salire su un treno la mattina presto o nel pomeriggio dopo la chiusura degli uffici, diventa impresa ardua, quasi impossibile. Alle volte bisogna aspettare anche mezz’ora per avere la possibilità di entrarvi giacché i treni arrivano stracolmi di passeggeri. Ma pazienza, ancora pazienza, se almeno si viaggiasse comodi.



E invece neppure se si prende il treno al capolinea e si riesce a sedersi, si viaggia tranquilli, perché tale è la ressa che la gente finisce per sovrastarti se non per caderti addosso. E sale il nervosismo, l’ansia, la preoccupazione, anche perché basterebbe un piccolo incidente, un po’ di fumo, un falso allarme per provocare una tragedia.



Si provi la mattina presto a partire dalla fermata metro di Rebibbia, oppure da Ponte Mammolo o dalle fermate successive. Si provi la sera a partire dalla fermata Piramide e da quelle successive verso Rebibbia. E perché succede tutto questo? Semplicemente perché, a differenza dei treni della metro A che passano alla distanza di due tre minuti, i treni della metro B, quando tutto fila liscio, passano alla distanza di otto dieci minuti. E perché questa differenza? Semplicemente perché il Comune di Roma non ha rispetto per cittadini, quelli di serie B, costretti a servirsi della metro B.



Francesca Ribeiro