Quando Michelangelo copiava Leonardo: storia di un plagio d'autore

Quando Michelangelo copiava Leonardo: storia di un plagio d'autore
2 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Gennaio 2013, 18:35 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 16:13

FIRENZE - Michelangelo “copi” Leonardo per realizzare la sfera, in rame dorato, di coronamento collocata sulla cima della cupola della sagrestia nuova della basilica di San Lorenzo a Firenze. Per Vincenzo Vaccaro, studioso e funzionario della soprintendenza di Firenze, infatti, il Buonarroti, nell'elaborare il progetto della struttura, si sarebbe fortemente ispirato ad una serie di disegni geometrici creati dal genio di Vinci. quanto emerso a Firenze nel corso della presentazione dell'avvenuto restauro del coronamento: sottoposto ad un intervento di ripulitura teso a restituirgli la sua originale lucentezza, andata perduta nel corso dei secoli e ora sar esposto, in via permanente, all'interno delle Cappelle medicee. Il debutto tra le opere del percorso museale avverr, a partire da marzo, nell'ambito dell'esposizione “Nello splendore Mediceo. Papa Leone X e Firenze”, dedicata alla figura del Pontefice che nel 1520 commission la realizzazione del coronamento a Michelangelo Buonarroti.

Il “corpo del reato”. La struttura (che fu poi costruita, per mano dell'orefice Piloto, alcuni anni dopo, durante il pontificato del successore di Leone, anche lui un Medici, Clemente VII, ed ha ornato la cupola di San Lorenzo per oltre 500 anni prima di essere rimossa) è formata dall'unione di due semisfere ognuna suddivisa in 30 triangoli e montate su un blocco ornato di leoni (marzocchi); nel suo celebre trattato “Le vite” Giorgio Vasari parla dell'opera, ma descrivendola in modo sbagliato, e cioè come di una «palla a 72 facce». «Si tratta invece di un poliedro complesso, del quale si trova simile esemplare rappresentato nel manoscritto di Luca Pacioli De Divina Proportione - ha spiegato Vincenzo Vaccaro, che da anni studia la storia e l'architettura del coronamento - il testo contiene 60 disegni derivati dagli originali di Leonardo, e tra questi vi è il duodecaedron elevatus solidus, che Michelangelo utilizzò come fonte d'ispirazione».

Il camuffamento. Della raffigurazione leonardesca, spiega ancora lo specialista, «Michelangelo conservò l'impostazione geometrica, che poi, a fini artistici, nascose stemperando le forme del poliedro in modo da farlo assomigliare ad un cristallo rotondeggiante».

© RIPRODUZIONE RISERVATA