Firenze, caccia al dna della Gioconda: riesumati i resti del figlio

Firenze, caccia al dna della Gioconda: riesumati i resti del figlio
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Venerdì 9 Agosto 2013, 23:50 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 17:23

FIRENZE - Avanti tutta, a 'caccia' del Dna della Gioconda di Leonardo da Vinci: se lo trovano, quelli del Comitato nazionale per la valorizzazione dei Beni culturali, guidato da Silvano Vinceti, lo 'manipolerann fino a ricostruire il volto di Lisa Gherardini Del Giocondo, nobildonna fiorentina. «È uno degli obiettivi», dice Vinceti. E così si potrà forse capire quanto di lei ci sia nel dipinto conservato al Louvre di Parigi. Cioè se Lisa fu davvero la 'modellà per un quadro di Leonardo, così come tramanda Giorgio Vasari il quale per le sue Storie degli Artisti raccolse testimonianze dirette nella Firenze nel Cinquecento.

Intanto, lo studio del Comitato, condotto in sordina negli ultimi mesi, non si è fermato e, pur se ancora lontano dai suoi traguardi, oggi ha compiuto un nuovo atto. Nella basilica di Santissima Annunziata di Firenze è stata aperta la cripta che, sotto la cappella che fu dei Del Giocondo, famiglia di mercanti rinascimentali, conserva le sepolture di Francesco, marito di Lisa, e dei figli Piero e Bartolomeo.

«Non era scontato che ci fossero i loro corpi - spiega Silvano Vinceti - Invece abbiamo trovato resti umani. La ricerca può proseguire. Se non si fosse rinvenuto nulla, lo studio si sarebbe fermato per sempre». Il ritrovamento consente di passare ad una comparazione decisiva: quella tra i resti trovati oggi e uno dei tre scheletri femminili che il Comitato di Vinceti sta facendo valutare, in collaborazione con l'università del Salento, per determinare l'epoca di vita, all'esame del carbonio 14.

I tre scheletri, selezionati a Ravenna dall'università di Bologna, sono parte degli otto ritrovati negli scavi all'ex convento fiorentino di Sant'Orsola tra il 2011 e il 2012 e il carbonio 14 dirà quale dei tre è assimilabile a una donna morta nel '500, come appunto fu Lisa Gherardini (1479-1542) che in anzianità si ritirò nel convento di Sant'Orsola a Firenze.

I risultati, è stato riferito, saranno disponibili dopo metà settembre. Il passaggio successivo, spiega ancora Silvano Vinceti, «sarà procedere con la comparazione del Dna fra lo scheletro femminile che dal carbonio 14 risulterà di età coeva a Lisa Gherardini, con i resti esumati oggi in Santissima Annunziata nella cripta della famiglia Del Giocondo dove ci sono il marito, il mercante Francesco Del Giocondo, e i figli Piero e Bartolomeo. Ciò sapendo che solo Piero era figlio di Francesco e Lisa mentre Bartolomeo era figlio della prima moglie del Del Giocondo». Quindi, se emergerà una compatibilità di Dna fra uno scheletro femminile e i resti trovati stamani, il Comitato di Vinceti avrà il codice genetico di Lisa. E potrà 'conoscere' la modella di Leonardo.

«Ne potremo ricostruire il volto al computer e vedere le corrispondenze con il ritratto al Louvre», dice Vinceti. Il quale proprio oggi, a Firenze, ha rintuzzato alcuni attacchi portatigli negli ultimi tempi dalla critica 'ufficialè, non solo per lo studio su Monna Lisa ma anche per i suoi 'trascorsì di promotore della ricerca su Caravaggio, avendo stabilito proprio grazie al Dna che morì a Porto Ercole (Grosseto).

Attacchi per cui in serata la Provincia di Firenze, proprietaria dell'ex convento di Sant'Orsola, ha diffuso una nota per precisare che non ha finanziato la ricerca su Monna Lisa, che «gli scavi archeologici compiuti a Sant'Orsola erano stati richiesti dalla Soprintendenza» e che, nel progetto di recupero del complesso, sarebbero comunque stati compiuti anche senza essere 'accompagnati' dalla 'caccia' alla storia di Lisa.

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