Roald Dahl, l’orco preferito dai bimbi ma anche dai genitori

Roald Dahl, l’orco preferito dai bimbi ma anche dai genitori
di Goffredo Fofi
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Domenica 9 Dicembre 2012, 16:07 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 21:58
ROMA - La curiosit dei lettori adulti dei libri per bambini di Roald Dahl verso la vita dello scrittore sempre stata grande, soprattutto tra chi con i bambini ha avuto o ha a che fare, non soltanto come genitore.

Chi ha amato e ama lavorare con i bambini – fonte inesauribile di freschezza, disponibilità, entusiasmo, stimolo a ragionare, a mettere in discussione il proprio progetto di vita adulta –, chi insomma ha capito ben presto che con i bambini c’è più da imparare che da insegnare qualora non siano già stati corrotti dagli adulti a loro pessima immagine e somiglianza, ha scoperto Il GGG, La fabbrica di cioccolato, Le streghe o Gli Sporcelli con una certa sorpresa.



Roald Dahl, lo spiega bene Donald Sturrock, non ha inventato niente e ha “rubato” dalle bellissime fiabe norvegesi raccolte da Asbjornsen e Moe e da quelle tedesche raccolte dai Grimm quegli elementi di irriverenza e di grottesco, quel confronto con l’eterna insicurezza del genere umano che crea incubi e paura, e di apprezzamento del corporeo e del “basso” che vengono dall’origine più lontana, comune, proletaria e terragna del consorzio sociale. I racconti per bambini di Dahl costituiscono una sorta di «manuale di sopravvivenza nel mondo adulto», dice Sturrocks, e paradossalmente è per il tramite di questi racconti che Dahl arriva a dire qualcosa d’importante anche agli adulti, meglio di quanto non gli avvenga di fare con i racconti scritti pensando direttamente a quel pubblico.



DUE CULTURE. Sturrocks ci porta per mano al seguito di Dahl e della sua vita, aiutandoci a capire l’evoluzione delle sue idee, della sua concezione del mondo: la sua percezione della realtà e delle sue varie sconcezze ma anche delle sue varie consolazioni. L’appartenenza a due culture, la norvegese e l’inglese, che permette nel confronto l’intelligenza delle diversità e l’aiuto che da esse si può ricavare. La madre bizzarra e dalla personalità fortissima, sicura ispiratrice della nonna di Le streghe. I college delle punizioni corporali, con le ambigue amicizie e inimicizie che durano una vita. La guerra e la Raf, con le avventure, gli incidenti e i dolori che ne conseguono, punto centrale di un confronto con la vita e con la morte. L’America e lo spionaggio, nel bel mondo di Washington e dentro la politica – a stretto contatto con i Grandi della Politica – e dentro una élite borghese che egli ha saputo affascinare, nonché in qualche modo abbindolare, senza sforzo mentre ha faticato a conquistare quella del suo paese. I gremlins dal folklore aviatorio alla letteratura e al cinema. I guai fisici – tanti, suoi e in famiglia, quasi una nemesi per una vita diventata da jet set. Le donne – tante e conquistate, si direbbe, con molta facilità da questo spilungone alto due metri e dotato, pare, di un fascino irresistibile, che qualcuno, nel libro, dice «alla Cary Grant».



GARY COOPER. Mentre era stato il vero Gary Cooper ad affascinare Patricia Neal, la grande attrice che – perduto Gary Cooper, e non era dir poco, per la sua viltà di uomo sposato – trovò in Roald Dahl il compagno di lunghi anni di gioie e di pene, senza mai trovare un equilibrio soddisfacente per entrambi, e per motivi forse più culturali che sentimentali. La malattia di Patricia, affrontata da Roald con un impeto combattivo, militaresco. Il trionfo sociale e le soddisfazioni del successo insidiate dalle limitazioni fisiche, sanitarie, perché «anche i ricchi piangono».

È stata una vita piena, quella di Dahl, che nella varietà delle esperienze e dei successi ha trovato nell’esercizio della letteratura per l’infanzia la sua espressione più felice, la sua definizione e la sua libertà, perché sì, il motivo per leggere le vicissitudini di questa vita come le ha minuziosamente ricostruite e interpretate Donald Sturrocks è il piacere di confrontarsi con quello che per i suoi lettori è stato per molti anni «il mistero Dahl».
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