Un uomo straordinario ed un giornalista sportivo la cui storia è stata raccontata da Francesco Pira e Matteo Femia, in cento pagine, di un libro, per i tipi di Fausto Lupetti Editore, intitolato «Una voce Nazionale». Il volume sarà presentato in anteprima nazionale, in una speciale evento della manifestazione «Goal a Grappoli» che si svolge a Cormons (Gorizia), paese al confine con la Slovenia, dove il grande telecronista italiano ha vissuto la sua infanzia ed adolescenza. L'appuntamento è previsto per sabato 19 maggio alle 18, in Sala Civica, in piazza XXIV Maggio, sede del Comune.
Il libro per Borgonovo. Oltre ai due autori parteciperanno Bruno Pizzul e Chantal Borgonovo, che insieme al marito ex calciatore Stefano, ha fondato una onlus a favore dei malati di sclerosi amiotrofica (SLA), a cui andranno tutti i diritti del libro. «L'idea di scrivere questo volume - spiegano Pira e Femia- sulla storia della vita di Bruno Pizzul ci è venuta man mano che conoscevamo sempre di più uno dei più grandi personaggi italiani. Un personaggio straordinario del mondo del calcio: un ex calciatore che è diventato un giornalista sportivo, anzi uno dei più importanti telecronisti della Radio Televisione Italiana ed uno dei più conosciuti al mondo. Abbiamo dovuto faticare per convincere Bruno a darci il suo assenso. Non perchè non avesse voglia di raccontare le sua vita, di farci conoscere episodi incredibili vissuti sui campi da giocatore o da giornalista, ma perchè questo omone così alto e così in gamba non ama essere celebrato. Ha cercato di convincerci a desistere da questa nostra impresa. Alla fine l'abbiamo preso per stanchezza e ci ha dedicato un bel pò di ore per narrarci le cose abbiamo scritto».
Pizzul e il passato da calciatore. Nel libro c'è la vita di un italiano vero che da calciatore (ha marcato anche il grande Omar Sivori) prima, e da telecronista dopo, ha girato l'Italia e il mondo. Gli aneddoti, i grandi personaggi che ha conosciuto e incontrato, i suoi valori, un calcio bello da giocare e da raccontare oggi offuscato da terribili ombre e personaggi loschi. Bruno Pizzul ha narrato a milioni di italiani il calcio pulito come soltanto un grande professionista sa fare. È partito da Cormons, cittadina al confine con la Slovenia, ed è arrivato dove ogni buon giornalista sportivo sarebbe voluto arrivare. I suoi ricordi e i suoi scoop giornalistici, i dialoghi con Nicolò Carosio e la sua enorme passione: la Nazionale. Dalle punizioni al Liceo Stellini di Udine perchè doveva correre a prendere il treno, alle esperienze da calciatore-studente universitario a Catania, dal falso scoop della sua morte annunciata da Facebook alle gradite imitazioni in televisione, ed ancora all'amore per il vino.
La prefazione è firmata da Riccardo Cucchi. Capo dei Servizi Sportivi di Radio Rai, e ci sono anche i contributi della redattrice sportiva del quotidiano spagnolo «El Pais», Eleonora Giovio, dello storico già direttore del Guerin Sportivo e del Corriere dello Sport, Italo Cucci (oggi opinionista di Rai Sport e Direttore Editoriale dell'Agenzia Italpress) e di Daniele Redaelli, autorevolissima firma della Gazzetta dello Sport. Molto toccante la prefazione al volume di Riccardo Cucchi, scritta con il cuore: «La calma, la serenità. Sono doti di Bruno che mi hanno sempre fatto riflettere. Il nostro è un mestiere affascinante che rischia, però, di farci sentire troppo al centro del mondo. Non prenderti troppo sul serio, sembrava dirmi Bruno. Me lo ripeto spesso, anche oggi: non prenderti troppo sul serio. Ma le sue telecronache di calcio sprigionavano passione, vera. Quella di chi il calcio l'ha giocato e riesce a raccontarlo con semplicità. Perchè il calcio è un gioco semplice. Per questo piace così tanto. È comprensibile ed immediato, al di là delle alchimie tattiche che alcuni vorrebbero, oggi, prioritarie su tutto il resto. Da telespettatore ho amato i suoi commenti. Da giovane cronista che voleva imparare, ho preso appunti quando Bruno parlava in Tv. Lui non lo sa, non gliel'ho mai detto».
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