La storia di Bruno Pizzul in un libro:
«Una voce nazionale»

bruno pizzul
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Lunedì 7 Maggio 2012, 16:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 15:21
PALERMO - Una storia che sarebbe piaciuta tanto ad Enzo Biagi quella dell'ex calciatore Bruno Pizzul, oggi uno dei volti pi popolari della televisione.



Un uomo straordinario ed un giornalista sportivo la cui storia è stata raccontata da Francesco Pira e Matteo Femia, in cento pagine, di un libro, per i tipi di Fausto Lupetti Editore, intitolato «Una voce Nazionale». Il volume sarà presentato in anteprima nazionale, in una speciale evento della manifestazione «Goal a Grappoli» che si svolge a Cormons (Gorizia), paese al confine con la Slovenia, dove il grande telecronista italiano ha vissuto la sua infanzia ed adolescenza. L'appuntamento è previsto per sabato 19 maggio alle 18, in Sala Civica, in piazza XXIV Maggio, sede del Comune.



Il libro per Borgonovo. Oltre ai due autori parteciperanno Bruno Pizzul e Chantal Borgonovo, che insieme al marito ex calciatore Stefano, ha fondato una onlus a favore dei malati di sclerosi amiotrofica (SLA), a cui andranno tutti i diritti del libro. «L'idea di scrivere questo volume - spiegano Pira e Femia- sulla storia della vita di Bruno Pizzul ci è venuta man mano che conoscevamo sempre di più uno dei più grandi personaggi italiani. Un personaggio straordinario del mondo del calcio: un ex calciatore che è diventato un giornalista sportivo, anzi uno dei più importanti telecronisti della Radio Televisione Italiana ed uno dei più conosciuti al mondo. Abbiamo dovuto faticare per convincere Bruno a darci il suo assenso. Non perchè non avesse voglia di raccontare le sua vita, di farci conoscere episodi incredibili vissuti sui campi da giocatore o da giornalista, ma perchè questo omone così alto e così in gamba non ama essere celebrato. Ha cercato di convincerci a desistere da questa nostra impresa. Alla fine l'abbiamo preso per stanchezza e ci ha dedicato un bel pò di ore per narrarci le cose abbiamo scritto».



Pizzul e il passato da calciatore. Nel libro c'è la vita di un italiano vero che da calciatore (ha marcato anche il grande Omar Sivori) prima, e da telecronista dopo, ha girato l'Italia e il mondo. Gli aneddoti, i grandi personaggi che ha conosciuto e incontrato, i suoi valori, un calcio bello da giocare e da raccontare oggi offuscato da terribili ombre e personaggi loschi. Bruno Pizzul ha narrato a milioni di italiani il calcio pulito come soltanto un grande professionista sa fare. È partito da Cormons, cittadina al confine con la Slovenia, ed è arrivato dove ogni buon giornalista sportivo sarebbe voluto arrivare. I suoi ricordi e i suoi scoop giornalistici, i dialoghi con Nicolò Carosio e la sua enorme passione: la Nazionale. Dalle punizioni al Liceo Stellini di Udine perchè doveva correre a prendere il treno, alle esperienze da calciatore-studente universitario a Catania, dal falso scoop della sua morte annunciata da Facebook alle gradite imitazioni in televisione, ed ancora all'amore per il vino.



La prefazione è firmata da Riccardo Cucchi. Capo dei Servizi Sportivi di Radio Rai, e ci sono anche i contributi della redattrice sportiva del quotidiano spagnolo «El Pais», Eleonora Giovio, dello storico già direttore del Guerin Sportivo e del Corriere dello Sport, Italo Cucci (oggi opinionista di Rai Sport e Direttore Editoriale dell'Agenzia Italpress) e di Daniele Redaelli, autorevolissima firma della Gazzetta dello Sport. Molto toccante la prefazione al volume di Riccardo Cucchi, scritta con il cuore: «La calma, la serenità. Sono doti di Bruno che mi hanno sempre fatto riflettere. Il nostro è un mestiere affascinante che rischia, però, di farci sentire troppo al centro del mondo. Non prenderti troppo sul serio, sembrava dirmi Bruno. Me lo ripeto spesso, anche oggi: non prenderti troppo sul serio. Ma le sue telecronache di calcio sprigionavano passione, vera. Quella di chi il calcio l'ha giocato e riesce a raccontarlo con semplicità. Perchè il calcio è un gioco semplice. Per questo piace così tanto. È comprensibile ed immediato, al di là delle alchimie tattiche che alcuni vorrebbero, oggi, prioritarie su tutto il resto. Da telespettatore ho amato i suoi commenti. Da giovane cronista che voleva imparare, ho preso appunti quando Bruno parlava in Tv. Lui non lo sa, non gliel'ho mai detto».
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