"Homo Mediaticus", le nuove forme di influenza mediatica secondo il sociologo Luigi Gentili

"Homo Mediaticus", le nuove forme di influenza mediatica secondo il sociologo Luigi Gentili
di Carmine Castoro
2 Minuti di Lettura
Giovedì 27 Febbraio 2014, 16:58 - Ultimo aggiornamento: 20:32
Dall’Homo Sapiens con le sue capacit di linguaggio astratto che lo distinguono dall’animale, all’Homo Eligens, l’uomo condannato a scegliere in un universo impostato su merce e consumo –secondo la definizione di Bauman-, all’Homo Sentiens, l’uomo che “sente” solo, nell’ottica di Ferrarotti, che cede cioè al finto calore e alla pervasività dei condizionamenti che lo bombardano e gli danno una parvenza di vita e di legame con il mondo. Sembra quasi che, con il potere sempre più pervasivo di televisioni, pubblicità e social network, si assista ad una sorta di ineluttabile evoluzione antropologica verso uno stadio che ha abbandonato i tradizionali modi di concepire l’habitat e i rapporti con sé e gli altri.



Una vera e propria mutazione genetica, che il sociologo Luigi Gentili sembra completare con la felice (e inquietante) dimensione dell’Homo Mediaticus, l’uomo che si specchia in uno schermo, che segue diktat tentacolari ma invisibili, che lascia formattare la sua sensibilità e la sua temporalità dalla gigantesca messinscena del tele-marketing che fa del “simbolico” non più una terra di comprensione e trasformazione del reale, ma di conquista a fini biecamente commerciali. Il culto dell’immagine nelle società odierne ha un grande impatto, vuol dirci Gentili, incidendo sugli stili di vita e le forme di aggregazione collettive. Si interagisce sempre più tra persone che desiderano apparire, affascinate da un gioco di riflessi e di incantesimi che seducono.



L’Homo Mediaticus è immerso in un mondo fantastico, tra miti e riti che si riproducono attraverso il virtuale, l’iconografico diffuso. Con questo libro l’autore descrive come il marketing abbia esteso la propria influenza sugli individui e come stia raffinando le proprie strategie, aprendosi verso nuove forme di influenza mediatica. Un libro asciutto e affilato come una spada che si snoda lungo il glorioso asse che ha in Debord, Marcuse, Packard, Barthes, Baudrillard, Foucault e tanti altri i suoi migliori referenti, e che ha il non comune privilegio di farci capire, attraverso l’analisi delle cose che vediamo ogni giorno in tv e dei messaggi che ci vengono lanciati, i linguaggi, le estetizzazioni, le capziosità, le “sincronizzazioni”, le agende di priorità che si conficcano nella nostra coscienza, come altrettanti strali acuminati, impedendoci sempre più di essere profondamente umani e arbitri del nostro destino, e consegnandoci come tanti burattini alla suppliziante giostra del Capitale dell’immagine, delle mode, delle multinazionali, della bellezza plastificata.



(Luigi Gentili “Homo Mediaticus”, Armando Editore, pag. 143, euro 14)

© RIPRODUZIONE RISERVATA