Civitavecchia, per parrucchieri ed estetisti saloni contingentati e addio alle chiacchiere

Marco Filipponi, parrucchiere del Ghetto, ieri di nuovo al lavoro dopo oltre due mesi di stop
di Stefano pettinari
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Martedì 19 Maggio 2020, 15:02
«Sono qui da stamattina alle 7 e ho saltato anche il pranzo». Marco Filipponi, parrucchiere del centro storico, lo dice col sorriso sulle labbra. In altri tempi, probabilmente, sarebbe stata una lamentela, ma dopo oltre due mesi di serrata obbligata a causa del Coronavirus, l'artigiano è felice di esser tornato a impugnare pettine e forbici anche senza pausa. Il primo giorno della riapertura di barbieri, parrucchieri e centri estetici è davvero tutta un'altra cosa rispetto al passato. Arrivare e non trovare nessuno, se da un lato è positivo perché si resta solo il tempo necessario per taglio, o piega, oppure colore e si va via, dall'altra forse manca quell'attesa che era fatta di chiacchiere, risate, confronti, in qualche caso anche di quei tradizionali e immancabili pettegolezzi che si sentono solo dalle parrucchiere.
SALUTI DA LONTANO
«Il mio locale è piccolo dice ancora Filipponi - per cui posso fare un cliente alla volta su prenotazione. Ma questo è un luogo che è sempre stato anche di incontro, in cui si parla di tutto ed è un modo come un altro per trascorrere qualche ora insieme tra amici. Ora tutto questo non è possibile, tanto che ho tolto anche le sedie dove solitamente si siedono i clienti che attendono il loro turno e, appunto, gli amici che vengono anche solo per fare due chiacchiere». Che quanto afferma il parrucchiere del Ghetto sia vero, lo si capisce nel giro di una ventina di minuti. Davanti al locale passano diversi amici che si fermano fuori la porta (rigorosamente aperta per arieggiare in continuazione il locale), salutano, scherzano, prendono benevolmente in giro Filipponi e si vede che sono contenti della riapertura del loro amico parrucchiere.
LA NUOVA ORGANIZZAZIONE
I problemi però non mancano. «Siamo aperti dalle 9 di questa mattina (ieri, ndc) e chiuderemo alle 21 dice invece la titolare della Goo Hairstudio . Certo, è un bel tour de force, ma va bene così. Andremo avanti per tutto il mese con questo orario, poi vedremo. Il nostro negozio ci consente di far entrare due clienti alla volta per il rispetto delle distanze. Ciò purtroppo non ci ha permesso di mantenere altre due persone che lavorano qui e che ora purtroppo sono in cassa integrazione».
LA MANICURE SICURA
Accoglienza tutta coccole, invece, dagli estetisti, dove la prenotazione è obbligatoria e i dati dei clienti, compreso l'indirizzo, vengono schedati e conservati per due settimane. Alla Holding Palmeri, per esempio, che ha sia uno studio da parrucchiere che un centro estetico, le clienti che vanno a curarsi mani, piedi e viso, vengono accolte con un kit personale in una elegante borsetta, dove all'interno c'è tutto l'occorrente: asciugamani e kimono monouso. Quindi ci si accomoda e, dotati sia cliente che operante, di mascherina e guanti, si comincia. Naturalmente i guanti non vengono indossati da chi deve fare la manicure. A dividere estetista e cliente, un divisorio in plexiglass, con le mani che vengono infilate sotto per permettere all'estetista di lavorare in sicurezza. Se poi c'è chi deve fare la pulizia del viso, allora via anche la mascherina per il cliente, ma chi lavora, oltre alla mascherina, indossa occhiali e visiera protettiva. I clienti sono separati anche da divisori in vetro.
 
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