Quest'America
di Anna Guaita

 Quando i francesi furono accusati di essere traditori

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Sabato 21 Novembre 2015, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 02:42
 
NEW YORK – Siamo tutti a lutto. E sono convinta che il dolore e la solidarietà che gli americani provano per Parigi e la Francia siano reali e sinceri.

Pochi però si mettono la mano sulla coscienza, e riconoscono che la Francia sta pagando in questo momento un peccato originale che non le appartiene e contro il quale si schierò con fermezza, e anche con grande lealtà. La Francia si oppose alla guerra in Iraq del 2003. Memore sulla propria pelle di cosa voglia dire una guerra in territorio musulmano, memore dell’orrenda tragedia algerina degli anni Cinquanta, il governo parigino cercò di convincere l’Amministrazione Bush a non invadere l’Iraq.

Ricordo benissimo i tentativi dei francesi al Palazzo di Vetro dell’Onu di appoggiare e prolungare l’impegno della Iaea, l’agenzia atomica Onu, e lo sforzo delle squadre degli ispettori guidati da Hans Blix, che continuavano a lavorare febbrilmente, senza trovare traccia delle mitiche “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein.

Ricordo le parole dell’ambasciatore Dominique de Villepin, che continuava a ripetere che era possibile disarmare l’Iraq con metodi pacifici e quindi “bisognava evitare il rischio di minare la stabilità di una regione, mettendo a rischio la vita di tanti cittadini innoocenti”.

E ricordo altrettanto bene la reazione viscerale di una buona parte dell’opinione pubblica americana, che accusò i francesi – gli alleati di sempre, coloro che avevano sostenuto addirittura la nascita degli Stati Uniti – di essere traditori, falsi, codardi ecc. ecc.

Ricordo lo champagne buttato nelle fogne, le “french fries” le patatine fritte ribattezzate “Freedom fries”, tutta quell’orgia di finto patriottismo che volle chiudere gli occhi alla realtà e ci portò in un’avventura di cui stiamo pagando un prezzo amarissimo.

Ricordo questo non perché io voglia qui rifare il processo a George Bush e Dick Cheney. Lo ricordo perché allora il mondo si mosse accecato dalla rabbia e dal dolore. Ci fecero credere che così avremmo evitato il ripetersi di altri 11 settembre e in tanti ci credemmo. 

Oggi abbiamo nuove innocenti vittime.

Voglio anche io giustizia, Voglio anche io vedere i colpevoli puniti, duramente, in modo esemplare. Non so come ciò debba e possa essere ottenuto. Ma spero, fortissimamente spero, che non rifaremo gli stessi errori del 2003, e che i francesi, che furono così lucidi e profetici 12 anni fa, riescano ad esserlo anche oggi che piangono il loro 11 settembre.                   



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