MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Ormai è fatta, la tedesca Opel lascia gli americani di GM e passa ai francesi di PSA

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Domenica 5 Marzo 2017, 08:00
Ormai è fatta, manca solo l’annuncio ufficiale. Che, quasi sicuramente, arriverà lunedì quando l’intero mondo dell’auto farà tappa a Ginevra dove il giorno successivo accenderà i riflettori il salone più importante dell’anno. E pare proprio che il palcoscenico del motor show svizzero abbia velocizzato gli ultimi passaggi di un accordo strategico trovato da tempo. Dalla prossima settimana cambierà quindi lo scenario globale dell’automotive, in particolare quello europeo.

La Opel non sarà più di proprietà dell’americana General Motors (a cui apparteneva dal 1929), passerà sotto il controllo dell’altrettanto blasonato, ma più piccolo gruppo Psa guidato negli ultimi tre anni dall’agguerrito Carlos Tavares. Il top manager portoghese in breve tempo ha riportato un’azienda sull’orlo del baratro fra i protagonisti in grado di fare acquisizioni per consolidarsi, ridurre i costi e spalmare gli investimenti. Ieri pomeriggio, nella storica sede di Avenue de la Grande Armée a pochi passi dall’Arco di Trionfo, si è riunito un consiglio di sorveglianza straordinario di Psa che, a quanto pare, ha dato il via libera all’operazione.

Tavares aveva avuto l’ok preventivo dai principali azionisti (la famiglia Peugeot, lo Stato francese e la cinese Dongfeng); poi, man mano e con un’abile regia, aveva incassato il consenso di Berlino e Londra (dove ha sede la Vauxhall, cugina britannica della Opel), fino a ricevere l’approvazione dei sindacati e dei lavoratori. Tavares in persona si era esposto il giorno dei risultati finanziari 2016 di Psa andando oltre l’impegno di mantenere fabbriche, posti di lavoro e impegni presi in precedenza dagli americani, aveva sottolineato l’interesse di Peugeot-Citroen di avere a fianco un’azienda tedesca forte e in grado di muoversi in maniera autonoma per andare a sedurre quei clienti che preferiscono il made in Germany alle vetture francesi.

L’indiscrezione del sì del cds è arrivata dal giornale economico francese Les Echos molto vicino al management dell’azienda e al delicato dossier franco-tedesco. Fra gli ultimi ostacoli da superare che creavano qualche apprensione a Peugeot-Citroen c’era la forte esposizione (una cifra intorno ai dieci miliardi di dollari) del fondo pensionistico di Opel-Vauxhall. Pare che il gigante di Detroit per garantire una parte di quel debito chiedesse l’impegno ai francesi di limitare le attività della casa di Russelsheim in Cina, mentre Psa, che è molto attiva in quel mercato ed ha i cinesi nel capitale, voleva mano libera. Dove si sia fermata l’asticella si capirà solo quando verranno illustrati il perimetro e i dettagli del contratto. Da quelli sarà più chiaro anche quali saranno i futuri rapporti fra la nuova Psa e la GM senza più Opel nella pancia.
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