MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Nata per vincere, una Rossa che non può sbagliare

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Sabato 20 Febbraio 2016, 04:46
Quando nasce una Rossa speranze e aspettative sono sempre molto elevate. Negli ultimi anni, però, dopo il titolo 2007 vinto al fotofinish da Raikkonen beffando le McLaren di Hamilton e Alonso, mai l’asticella era stata posta tanto in alto. Ieri a Maranello è stata svelata la nuova Ferrari Formula 1 e, solo attraverso il web, immagini e dichiarazioni sono arrivate negli angoli più lontani di tutti i continenti dove gli appassionati erano da giorni in febbrile attesa. Non si tratta di un’evoluzione, ma di una vera rivoluzione poiché la SF16-H è molto diversa dalla SF15-T e profondamente cambiato è lo scenario che la accoglie.

Dopo decenni sotto l’ala protettrice di mamma Fiat poi diventata Fca, il Cavallino di Maranello è tornato a correre da solo e, come ha più volte sottolineato il presidente Marchionne ieri assente nello show on line, questa volta l’obiettivo non è contrastare la Mercedes, ma vincere, già alla prima gara. Una sfida ambiziosa condivisa anche dai piloti, soprattutto dal 4 volte iridato Vettel che sarà la punta di diamante della Scuderia per riportare il Mondiale a Maranello dopo un digiuno di otto anni. La Ferrari, per la prima volta nella storia, ora è anche quotata in borsa e, nei prospetti depositati a Wall Street e a Piazza Affari per attrarre gli investitori, gli asset della tradizione sportiva e dell’eccellenza tecnologica nelle competizioni sono stati considerati fondamentali, almeno al pari delle superbe vetture stradali prodotte a tiratura limitata.

Il reparto sportivo che ha una nuova sede è stato profondamente rinnovato ed ha avuto a disposizione investimenti ingenti per recuperare il gap e puntare al bersaglio grosso. Un lavoro meticoloso che nel 2015 ha dato i primi frutti e che adesso deve essere concretizzato altrimenti sarà una sconfitta anche se dall’altra parte della barricata non sono rimasti certo a guardare: le Frecce d’Argento di Stoccarda venderanno cara la pelle prima di scendere dal trono che occupano da due anni. Una Ferrari che domina rafforza il valore in borsa e offre ricadute d’immagine positive all’intera auto made in Italy impegnata nel rilancio dell’Alfa e nel consolidamento della Maserati. Rilassati ma con uno sguardo feroce, Arrivabene e i suoi tecnici hanno illustrato in grande sintesi i segreti del nuovo gioiello che ha un vistoso ciuffo bianco nella parte alta come era avvenuto in passato, anche ai tempi dei trionfi di Lauda.

L’auto è bella, affusolata ed equilibrata ma, come diceva il Drake, non conterà nulla se già la prossima settimana nei test di Barcellona non dimostrerà di essere veloce, potente e affidabile. Il regolamento quest’anno non è cambiato e lo schema di base della vettura è rimasto lo stesso con il V6 sovralimentato di 1.500 cc e il recupero di energia sempre più corposo tanto che la lettera in fondo al nome non è più T (turbo), ma H (hybrid). I capo motorista Mattia Binotto pare abbia fatto miracoli e la cavalleria e la prontezza di risposta dovrebbero essere all’altezza delle Stelle. Sull’auto il direttore tecnico James Allison ha potuto dare (forse per la prima volta) libero sfogo alla sua creatività partendo da un foglio bianco e impostando un progetto con profonde modifiche.

Il musetto è diverso, più alto e più corto, a proboscide, per lasciare spazio ai flussi che si infilano sotto la scocca. Le fiancate sono più strette, altra caratteristica per sfruttare al meglio i passaggi dell’aria ed incollare a terra il bolide nei curvoni veloci. A livello meccanico la novità più rilevante è lo schema della sospensione anteriore che abbandona l’inedito schema pull-rod e si converte al più classico push-rod utilizzato da tutti. Ieri i principali avversari hanno provato ad incrociare subito le armi: la nuova Mercedes W07 ha girato a Silvestone per il filming day, la Williams ha svelato la FW38 di Massa e Bottas.
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